eLiza!

eLiza!

Trasformare complessi network e server in macchine facili da usare come una lavatrice, ridurre l'intervento umano, far sì che i computer sappiano badare a sé stessi. Questo il progettone senza precedenti annunciato da IBM
Trasformare complessi network e server in macchine facili da usare come una lavatrice, ridurre l'intervento umano, far sì che i computer sappiano badare a sé stessi. Questo il progettone senza precedenti annunciato da IBM


Palo Alto (USA) – Da tempo IBM sta puntando molto nella ricerca di tecnologie che possano rendere i sistemi informatici, e soprattutto computer e dispositivi di rete, meno dipendenti dall’intervento umano: capaci ad esempio di bilanciare autonomamente il carico di lavoro, riconoscere gli errori software ed hardware, autoripararsi, autoaggiornarsi.

Un primo, timido passo verso questi obiettivi, IBM lo ha compiuto con il rilascio di Software Rejuvenation , una tecnologia che, avvalendosi di algoritmi di intelligenza artificiale, è in grado di prevenire e porre rimedio ad una grande varietà di errori generati dal software.

Sebbene ricerche nel campo dei server “self-managing” siano già state intraprese anche da altri colossi del settore, fra cui HP, Sun e Microsoft, IBM ha ora annunciato l’avvio di un progetto senza precedenti: eLiza .

A eLiza IBM dedicherà qualcosa come il 25% del budget destinato alla ricerca e ai server, una cifra multimiliardaria che coinvolgerà cinque laboratori internazionali e centinaia di scienziati.

“L’obiettivo finale di eLiza è quello di eliminare molte, se non tutte le interazioni umane con i computer aziendali e far sì che le reti globali di calcolo possano divenire facili da gestire quanto gli attuali elettrodomestici per la cucina”, ha detto IBM.

Big Blue sostiene che quella di macchine più intelligenti ed in grado di badare a sé stesse è un’esigenza sentita ormai da moltissimi dei suoi clienti, sia a causa dell’aumentare della complessità e del numero delle tecnologie e dei dispositivi da gestire, sia per quella temibile carenza di amministratori di sistema che nei prossimi 5 anni, soltanto in USA, potrebbe tradursi in un vuoto di un milione di specialisti.

“Con il progetto eLiza noi stiamo rispondendo proprio a questa necessità”, ha affermato Tom Bradicich, CEO dell’IBM eServer Group. “Stiamo entrando in un’era in cui i computer necessiteranno sempre meno, ed in alcuni casi mai, del supporto umano”.


Il progetto eLiza darà vita a tecnologie, sia hardware che software, che verranno indirizzate principalmente verso i server IBM dedicati all’e-business.

Big Blue ha già pianificato il rilascio di una categoria di server in grado di curare sé stessi e attivare automaticamente, in caso di guasti, sistemi ridondanti; in grado di proteggersi da virus ed altri agenti virali per mezzo di sistemi di sicurezza euristici; in grado di autoconfigurarsi e installare il sistema operativo e le applicazioni in automatico.

Alcune tecnologie di self-managing usciranno entro l’anno: prima si è citato la Software Rejuvenation, un pacchetto che farà presto parte dell’Intelligent Resource Director di IBM. Dal lato hardware si potrebbero invece citare le memorie Chipkill, in grado di isolare in automatico i chip difettosi.

All’interno del progetto eLiza c’è poi Oceano, un sotto-progetto che lavora alla creazione di server farm in grado di gestirsi autonomamente: è possibile immaginare ad esempio uno scenario in cui i server verranno spenti o accesi da un software di management centralizzato in grado di rispondere dinamicamente al carico di lavoro.

IBM sostiene che entro pochi anni, in seno al progetto eLiza, verrà creato Blue Gene, il primo supercomputer al mondo in grado di curare sé stesso. E se i tecnici oggi mancano, domani potrebbero invece risultare in eccesso: una casta destinata a ridursi a pochi eletti?

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Pubblicato il
30 apr 2001
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