AGCOM, il primo provvedimento è una archiviazione

AGCOM, il primo provvedimento è una archiviazione

L'autorità ha innescato i meccanismi previsti dal Regolamento per una fotografia caricata su un sito senza autorizzazione e prontamente rimossa. Effetto deterrente o spropositato dispiegamento di risorse? Il Regolamento continua a sollevare polemiche: si muove anche Sky
L'autorità ha innescato i meccanismi previsti dal Regolamento per una fotografia caricata su un sito senza autorizzazione e prontamente rimossa. Effetto deterrente o spropositato dispiegamento di risorse? Il Regolamento continua a sollevare polemiche: si muove anche Sky

Il meccanismo edificato da AGCOM per farsi carico della responsabilità di agire contro le violazioni del diritto d’autore è in funzione dal 31 marzo scorso: il sito dedicato è operativo , è possibile segnalare le violazioni e l’authority è già al lavoro. È stata emessa la prima disposizione riguardo ad una violazione segnalata da un cittadino della Rete: si tratta di un’archiviazione, il caso è stato risolto pacificamente, prima dell’intervento inibitorio dell’autorità.

Non una condivisione illecita gettata in pasto di servizi di sharing che avrebbero potuto diffondere a macchia d’olio l’opera protetta, non un caso di pirateria massiva: la prima istanza analizzata da AGCOM sulla base del regolamento, la DDA/8, protocollata nella DDA/0000001 il 4 aprile 2014, riguardava una fotografia caricata su un sito senza il permesso dell’autore, un professionista che si mostra particolarmente attento alle sfocate dinamiche di circolazione delle immagini in Rete.

La macchina di AGCOM è stata messa alla prova: nel giro di una manciata di giorni, ecco la Determina n. 01/14/DDA, messa a disposizione dall’avvocato Marco Scialdone su Computerlaw . L’istanza presentata, si legge nella delibera, non si è dimostrata né irricevibile, né improcedibile, né inammissibile, né manifestamente infondata: il fotografo si è probabilmete attenuto al manuale d’uso messo a disposizione per compilare il modulo di segnalazione e la sua richiesta è giunta all’esame dell’autorità.

Ma l'”opera in questione alla data dell’11 aprile 2014 risulta essere stata rimossa e sostituita, alla data del presente provvedimento, con una diversa fotografia del medesimo monumento”. Non è dato sapere se il sito abbia provveduto alla rimozione su segnalazione del fotografo o dopo la comunicazione di AGCOM che, oltre agli intermediari che dovrebbero procedere a mettere in atto blocchi e affini, informa dell’avvio del procedimento i gestori dei siti su cui avviene l’upload. Certo è che il sito che ospitava l’opera del fotografo si è spontaneamente adeguato, sostituendo l’immagine caricata in violazione dei diritti d’autore con un’altra fotografia. E l’authority, agile nella procedura di protocollazione, di comunicazione e di verifica, ha disposto la sua prima archiviazione, con buona pace del detentore dei diritti, che resta sfiduciato .

Il primo caso preso in esame dall’authority, una questione minuta, riguardante un sito web e una fotografia utilizzata senza autorizzazione, si è concluso con una archiviazione . Cosa sarebbe accaduto , però, nel caso in cui il sito in questione non avesse reagito in alcun modo e l’opera protetta non fosse stata rimossa? AGCOM avrebbe potuto disporre delle inibizioni all’accesso del sito per una singola fotografia, seppur frutto del lavoro di un professionista che da queste opere trae di che vivere? È probabile che presto il meccanismo verrà messo alla prova: i fotografi e le associazioni che li rappresentano si mostrano pronti ad approfittare del Regolamento per tutelare i loro diritti.

Nel frattempo, AGCOM ha proceduto ad avviare i lavori del Comitato per lo sviluppo e la tutela dell’offerta legale di opere digitali , quello incaricato di dare seguito all’afflato propositivo del Regolamento, studiato per equilibrarne l’aspetto repressivo e per sollecitare il mercato a combattere la pirateria con un’offerta legale che sappia incontrare il favore dei cittadini. Fervono dunque i lavori in seno all’autorità, affatto rallentati dalle polemiche e dalle iniziative sorte presso i cittadini della Rete e gli intermediari, che attendono il confronto presso il TAR fissato per la fine di giugno per mettere alla prova la legittimità del Regolamento. Da ultimo anche Sky, anch’essa soggetta all’esecuzione di potenziali inibizioni in qualità di fornitore di servizio di media, ha presentato ricorso al Capo dello Stato: anche in questo caso si agisce per sottolineare la presunta incostituzionalità delle responsabilità in capo ad AGCOM, assurta al ruolo di sceriffo della Rete sulla base del contestato decreto Romani.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
15 apr 2014
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