Contrappunti.it/ La tecnologia è stupida?

Contrappunti.it/ La tecnologia è stupida?

di M. Mantellini. Devo riservarle una attenzione particolare. Per una forma di rispetto alla sacralità della capacità di calcolo, al fascino della RAM, alla poeticità intrinseca del plug and play
di M. Mantellini. Devo riservarle una attenzione particolare. Per una forma di rispetto alla sacralità della capacità di calcolo, al fascino della RAM, alla poeticità intrinseca del plug and play


Roma – La tecnologia è stupida? Voglio dire: insieme alla velocità con cui cambia e alle opzioni che ogni giorno crea, la tecnologia porta con se una quota di stupidità inevitabile? O siamo invece noi disposti ad accettare supinamente qualsiasi debolezza in cambio del nostro necessario aggiornamento tecnologico?

Nei personal computer, macchine complesse per definizione (qualche volta sembrerebbe quasi “complesse per ripicca”), è difficile non trovare manifestazioni di stupidità clamorosa. Indiscutibili e nello stesso tempo quasi del tutto ignorate.

Pensavo questo, qualche giorno fa, ascoltando il rombo del mio nuovo computer diffondersi in tutta la casa da sotto la scrivania dello studio.

Accendo il PC ed è come se accendessi il phon: un soffio fastidioso e continuo si sparge per l’ambiente circostante. Entrare nello studio (dove il computer resta acceso per molte ore al giorno) è ormai una esperienza acustica simile all’ingresso nel centro controllo della Nasa. Vi confesso: mia moglie non ne è entusiasta.

E ‘ colpa della ventola, mi dicono. Serve per raffreddare i bollenti spiriti di CPU dalle frequenze ormai ben oltre il gigahertz, mi dicono. Se non la vuole sentire si compri un Imac, mi dicono. Che la ventola non l’ha.

Così mi chiedevo: perché devo pagare a caro prezzo una macchina che produce un inquinamento acustico che farebbe saltare i nervi ad un santo quando è possibile senza troppi equilibrismi costruirne una che lavora nel più assoluto silenzio?

Sono più stupido io, consumatore fino ad oggi disinteressato al problema (ed in ogni caso il mio vecchio personal “urlava” molto meno di quello attuale) o lo sono di più quelli che questi computer-phon producono e vendono?

Altra piccola questione ugualmente significativa di una mentalità ormai partita per la tangente: per quale ragione per spegnere un PC non è sufficiente un bel bottone come su tutte le altre apparecchiature connesse alla rete elettrica? Non sono certo il primo che se lo chiede.

E ‘ come se qualcuno volesse dirmi che, poiché la macchina è complessa, poiché sa fare cose difficili, cose per intenderci che il mio phon nemmeno si sognerebbe, devo riservarle una attenzione particolare. Per una forma di rispetto alla sacralità della capacità di calcolo, al fascino della RAM, alla poeticità intrinseca del plug and play.

E non è un caso che quanti ignorano questo linguaggio tecnologico, quando devono spegnere il computer, pigino semplicemente il bottone più grosso che si trovano a tiro. Esattamente come fanno ogni qualvolta spengono un qualsiasi altro attrezzo elettronico.

Dopo aver mille volte imprecato all’indirizzo di mia figlia che per “spegnere” Monkey Island e precipitarsi in piscina spinge semplicemente il bottone grande sul case del PC, oggi ho la sensazione che questa piccola ribellione sia diventata tecnologicamente necessaria e che impugnare il mouse(1), premere start(2), premere chiudi sessione(3), selezionare “arresta il sistema”(4), premere OK (5), leggere “attendere: arresto del sistema in corso”(6), leggere “ora è possibile spegnere” (7) e finalmente premere il tasto di spegnimento(8) sia una operazione con un tasso di demenzialità inaccettabile. Anche per chi, come me, usa i PC da molti anni.

E ‘ una dittatura da combattere. E non è un caso che nel mio nuovo PC-phon spegnere semplicemente la macchina premendo il tasto power non sia più consentito. Semplicemente. Tu spingi il bottone e la macchina, cattiva e dispettosa, resta accesa. Come se volesse dimostrare la sua autonomia intellettuale nei tuoi confronti.

Il demone che ci vuole succubi del PC e delle sue insensate procedure continua così la sua opera: vorrà dire che quando anche questo computer, destinato come gli altri ad un invecchiamento velocissimo, passerà nella camera di mia figlia, per spegnere Monkey Island e precipitarsi in piscina diverrà per lei necessario sradicare con uno strattone la spina elettrica dal muro.

In nome di un utilizzo amichevole della tecnologia che tarda davvero a dare segno di sè. O in attesa della prossima contromisura taiwanese: una bella batteria tampone che mantenga la bestia attiva e frusciante nonostante tutto e tutti.

Massimo Mantellini

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Pubblicato il
30 apr 2001
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