Intel lancia i suoi nuovi chipset “Serie 9” per PC fissi e portatili, destinati a divenire il nuovo standard del mercato x86 nei mesi a venire. Per le CPU, invece, l’architettura Broadwell ancora latita, quindi produttori e utenti di sistemi personalizzati dovranno accontentarsi del “refresh” dell’architettura Haswell già presente sul mercato.
Non che i chipset Serie 9 contengano tutte queste novità rispetto al recente passato, beninteso: la nuova circuiteria di base sarà disponibile nelle due diverse versioni H97 e Z97, a indicare la presenza (Z97) o meno (H97) del supporto all’overclocking nel caso in cui venga montata una CPU con moltiplicatore sbloccato.
I chipset Serie 9 offrono miglioramenti soprattutto sul fronte delle memorie di massa, con supporto integrato al nuovo formato M.2 per l’uso di dischi SSD su bus PCI-Express e limite teorico di banda da 1 GBps. Garantito anche il supporto per SATA Express, anch’esso capace di sfruttare il bus PCIe ma retrocompatibile con le precedenti versioni dello standard SATA.
Una ulteriore novità dei chipset Z97 e H97 è la tecnologia Intel Smart Response Technology, capace di sfruttare meglio le unità di storage ibride SSHD (HDD+memoria cache SSD) o di utilizzare una piccola unità SSD come cache per velocizzare le operazioni di routine sui tradizionali dischi magnetici. Sul fronte sicurezza i chipset Serie 9 includono Boot Guard, sistema di protezione del boot (opzionale) che fa uso del Trusted Platform Module e della crittografia per verificare il sistema operativo nelle fasi di avvio.
Se i nuovi chipset x86 di Intel non puntano esattamente sulle prestazioni, la situazione con le CPU “Haswell Refresh” è ancora più bigia : i 42 nuovi processori – 24 dei quali destinati ai PC desktop – offrono qualche Megahertz in più e un prezzo leggermente inferiore (soprattutto per le CPU di fascia alta come il Core i7-4790T) ma nessuna novità concreta sul fronte microarchitetturale.
Alfonso Maruccia