Uber maior, taxi cessat

Uber maior, taxi cessat

Dopo la Francia, anche in Italia i tassisti scendono in piazza. E lanciano uova contro l'auto della manager dell'app nata a San Francisco. In ballo c'è la liberalizzazione del settore
Dopo la Francia, anche in Italia i tassisti scendono in piazza. E lanciano uova contro l'auto della manager dell'app nata a San Francisco. In ballo c'è la liberalizzazione del settore

La tecnologia non crea solo opportunità e nuove possibilità di impresa, ma anche scontri che si possono facilmente definire generazionali: nel corso del fine settimana sono arrivate le proteste dei tassisti milanesi alle prese con la loro lotta contro la concorrenza di Uber.

L’azienda di San Francisco, che di recente ha anche stretto un accordo di collaborazione con Google e ha ricevuto finanziamenti per oltre 260 milioni di dollari, offre un servizio via app iOS e Android che sfrutta GPS e possibilità di individuare l’auto disponibile più vicina e prenotarla via click: un meccanismo pensato per rivoluzionare il mercato delle auto con conducente . Se negli Stati Uniti, però, nonostante il bieco tentativo di strumentalizzare l’uccisione di una bimba di sei anni investita da un autista di Uber (che nell’occasione era fuori servizio e guidava come normale cittadino privato), la possibilità di prenotare un veicolo con conducente è ormai affermata sul mercato, in Europa lo sbarco dell’app ha scatenato diverse resistenze: come ogni nuova tecnologia, la paura è legata ai lavori tradizionali che si trovano ad essere superati, ma anche alla sua mancata regolamentazione rispetto a realtà già conosciute.

Nel caso di Uber e delle altre app simili come SnapCar, il successo spaventa i tassisti tradizionali che si vedono minacciati da un servizio a loro alternativo e che opera una concorrenza a loro parere sleale in quanto offre servizi privi tassametro e tariffe definite singolarmente con un accordo tra privati. E che soprattutto riesce a rispondere alle chiamate molto più velocemente.

Già a gennaio nelle maggiori città francesi (Parigi, Marsiglia, Lione, Montpellier e Bordeaux) i tassisti avevano manifestato duramente creando disagi ai cittadini: per contenere la protesta, il Governo di Parigi si è trovato prima a rinviare per due volte il piano di liberalizzazione delle relative licenze. e poi ad assumere una decisione anacronistica, cioè imporre – per far competere i taxi almeno con la velocità di risposta alle chiamate dei possibili clienti – un ritardo di quindici minuti ad ogni chiamata di auto con conducente.

In Italia la situazione è degenerata velocemente: la protesta dei tassisti si è concentrata davanti al Comune di Milano, ma prima vi è stata un’ aggressione a suon di uova e petardi a Benedetta Arese Lucini, manager per l’Italia dell’app , poi la carica della polizia contro i manifestanti, infine – durante la notte tra sabato e domenica – scontri e liti tra tassisti e conducenti di servizi di noleggio legati alle app (con due autisti delle auto bianche finiti in ospedale).

Per il momento i tassisti sono tornati alla guida, con la promessa di non rispettare però i turni imposti dal Comune di Milano: l’attesa è per un’ordinanza comunale che riesca a trovare il bandolo della matassa e l’incontro con il Ministro del trasporto Lupi, programmato per il prossimo mercoledì. Secondo i tassisti “Uber è un servizio illegale rispetto ai dettami della legge 21/92 e che si colloca a metà strada tra i taxi e gli ncc (auto a noleggio con conducente) e noi chiediamo invece che lavori come tutti gli altri”. In ballo c’è la liberalizzazione del settore che – ostacolata negli ultimi anni dalle dure proteste dei tassisti – potrebbe ora avvenire nonostante loro, grazie all’intervento di una nuova tecnologia.

Lo scontro su Uber, d’altronde, non si limita alle strade: anche a Bruxelles il Commissario Neelie Kroes si è scagliata contro una decisione della Corte di Bruxelles di proibire l’app in Belgio.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 19 mag 2014
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