Spazio, NASA parla con il laser

Spazio, NASA parla con il laser

L'agenzia spaziale USA sperimenta metodi di comunicazione innovativi. Mettendosi in contatto con la ISS e scaricando un filmato in HD. Prossimamente si farà così anche con Marte
L'agenzia spaziale USA sperimenta metodi di comunicazione innovativi. Mettendosi in contatto con la ISS e scaricando un filmato in HD. Prossimamente si farà così anche con Marte

NASA ha sperimentato con successo il suo primo “Hello, World!” nelle comunicazioni laser tra Stazione Spaziale Internazionale e pianeta Terra, una tecnologia altamente sofisticata che promette di facilitare le trasmissioni sia dall’orbita terrestre che da eventuali, futuri avamposti installati su Marte e altrove.

La tecnologia di comunicazione ottica adottata dall’agenzia spaziale si chiama Optical Payload for Lasercomm Science (OPALS) ed è basata sull’impiego di un laser da 2,5W e 1.550 nanometri, mentre il test condotto lo scorso 5 giugno ha riguardato il download a terra di un file video in alta definizione da 175 megabyte.

In seguito alla complessa fase di collegamento e sincronizzazione con la stazione di trasmissione installata sulla ISS – una fase che NASA ha paragonato a “una persona che dirige un puntatore laser all’estremità di un capello umano a 9 metri di distanza e mantenendo la mira mentre cammina” – NASA ha usato il complesso californiano dell’ Optical Communications Telescope Laboratory (OCTL) per trasferire i dati.

Tenendo conto della trasformazione del raggio laser in comunicazioni elettroniche, della digitalizzazione, sincronizzazione, correzione degli errori e post-processing dei dati necessari a visualizzare il video sullo schermo di un computer, spiega NASA, l’intera fase trasmissione in downlink ha avuto una durata di 148 secondi raggiungendo un data rate massimo di 50 Mbps.

Il video da oltre 170 Mega è stato scaricato in appena 3,5 secondi e trasmesso più volte, dice l’agenzia spaziale, e le promesse tecnologiche dell’accoppiata OPALS-OCTL garantiscono a NASA di tenere il passo con la crescente quantità di dati prodotti dagli strumenti scientifici, nonché di pianificare metodologie di comunicazione avanzata da adottare nelle future missioni umane su Marte, sugli asteroidi e altrove.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 9 giu 2014
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