EFF, router WiFi aperti ai quattro venti

EFF, router WiFi aperti ai quattro venti

Gli attivisti statunitensi propongono l'installazione di un nuovo firmware per router in grado di aprire la banda WiFi agli sconosciuti. Ma solo un po', e con misure di protezione aggiuntive a partire dalla prossima versione del software
Gli attivisti statunitensi propongono l'installazione di un nuovo firmware per router in grado di aprire la banda WiFi agli sconosciuti. Ma solo un po', e con misure di protezione aggiuntive a partire dalla prossima versione del software

La Electronic Frontier Foundation (EFF) ha intenzione di rilasciare un nuovo firmware open source per router WiFi, da sostituire a quello ufficiale per condividere la prima connettività wireless (WiFi) con i vicini e gli sconosciuti di passaggio. Così la privacy può solo migliorare, sostiene EFF.

Il firmware FOSS dell’organizzazione rientra nell’ambito dell’iniziativa Open Wireless , si ispira a principi di condivisione e (appunto) “openness” e garantisce, secondo EFF, una maggiore privacy nel momento in cui cade l’equivalenza tra indirizzo IP e singola persona fisica, spesso adottata nei tribunali di tutto il mondo nei casi di crimini o infrazioni a mezzo Internet.

Una posizione a difesa della privacy espressa già da tempo , quella di EFF, e che nel caso del nuovo firmware si sposa anche con la salvaguardia delle esigenze del proprietario del router WiFi “aperto”: la banda wireless condivisa con il pubblico può raggiungere anche un minimo del 5 per cento del totale, una velocità che garantisce l’accesso alla rete e ai servizi telematici di base (webmail e altro) e scoraggia l’uso (o magari l’abuso) della rete per utilizzi illegali.

Per gli utenti preoccupati di possibili contraccolpi legali nel caso in cui la connessione aperta venisse davvero utilizzata per scopi illegittimi, EFF ha già annunciato la volontà di aggiornare il firmware con nuove funzionalità di sicurezza come il dirottamento del traffico attraverso reti VPN o la darknet di Tor per camuffare l’indirizzo IP in uscita.

Dopotutto la prudenza non è mai troppa, quando si tratta di traffico di rete wireless: prova ne sia la trovata del ricercatore Gene Bransfield di equipaggiare il proprio gatto con tutta la strumentazione necessaria a catturare pacchetti di dati WiFi a scopo di hacking.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 24 giu 2014
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