Le grandi manovre di ZTE

Le grandi manovre di ZTE

Il marchio cinese gioca le sue carte nella fascia economica del mercato smartphone. Android KitKat e prezzi contenuti sono il biglietto da visita
Il marchio cinese gioca le sue carte nella fascia economica del mercato smartphone. Android KitKat e prezzi contenuti sono il biglietto da visita

È stata fondata nel 1985, il primo cellulare l’ha prodotto nel 1998. Ha venduto 60 milioni di telefoni nel 2013, di cui 40 milioni di smartphone. Ha 90mila dipendenti in tutto il mondo. In un anno ha aumentato i profitti di oltre il 200 per cento: eppure quello della cinese ZTE non è un marchio sulla bocca di tutti. Ma anche questo è un dato che può mutare: l’azienda ha deciso di dare una svolta alla propria comunicazione e al proprio marketing , e l’offerta sul mercato italiano si è appena arricchita di tre nuovi modelli destinati alla fascia più economica. Starà alla fortuna e ai gusti dei consumatori stabilire se saranno all’altezza delle promesse e delle premesse: la linea Blade prova a coniugare convenienza e prestazioni in un equilibrio che, da qualche mese a questa parte, contraddistingue molta dell’offerta Android.

Sul piano tecnico ZTE da tempo è ampiamente impegnata con molte grandi telco con cui collabora alla realizzazione di infrastrutture di rete tramite i suoi apparati. Anche in Italia ci sono componenti ZTE nella rete di alcuni operatori grandi e piccoli, e l’azienda investe ogni anno il 10 per cento del fatturato nella ricerca e sviluppo: questo ha consentito di mettere da parte un portafogli brevettuale da 16mila brevetti, di cui il 60 per cento riguarda la tecnologia 4G/LTE , e ZTE è anche parte attiva nello sviluppo della prossima generazione della tecnologia mobile. Tutti questi numeri sono valsi la quinta posizione nel mercato globale della telefonia, stando alle cifre snocciolate da ZTE stessa, e nelle speranze del management i telefoni mostrati oggi e gli altri dell’offerta corrente dovrebbero consentire ulteriore crescita.

La linea Blade di ZTE si contraddistingue per un rapporto prezzo/dotazioni molto spinto: con un modello da 4, uno da 4,5 e uno da 5 pollici ce n’è per quasi tutti i gusti e per tutte le mani, e le linee guida della serie Blade provano a garantire una dotazione di tutto rispetto sotto il profilo tecnico senza far crescere troppo il prezzo. È il caso del Blade C2 Plus , il più piccolo di casa (4 pollici, 800×480 la risoluzione), che costa appena 89 euro: il disegno della scocca, le forme, non sono particolarmente originali, ma questo non impedisce di avere comunque un processore Mediatek dual-core da 1,3GHz e 512MB di RAM sotto il cofano. La fotocamera posteriore con flash LED è da 5 megapixel, quella anteriore da 0,3 (non esattamente la regina dei selfie): manca la connessione 4G ma c’è tutto il resto (Bluetooth, WiFi, HSPA, GPS, persino la radio FM), e nella confezione non manca un auricolare stereo. Il tutto in 135g e 126,4×64,8×10,3mm.

Il fratello maggiore, il Blade L2 , è invece il più grosso del lotto: 5 pollici lo schermo (854×480), ma afferrandolo non si ha l’impressione di impugnare uno schermo troppo grande grazie anche a uno spessore di 8,95mm (142,5×72.2 le dimensioni di base e altezza, 166g il peso). Anche in questo caso manca l’LTE, ma ci sono Bluetooth, GPS, WiFi, radio FM e HSPA: le fotocamere fanno la differenza, visto che in questo caso la posteriore è da 8 megapixel e l’anteriore da 1. La batteria è da 2.000mAh, sulla carta vanta un’autonomia in standby fino a 500 ore: l’impiego di un processore quad-core Mediatek da 1,3GHz non pare troppo impegnativo, dunque effettivamente la durata della batteria potrebbe essere soddisfacente. Anche in questo caso le forme della scocca non sono particolarmente originali, ma le plastiche sono ben assemblate e c’è 1GB di RAM: per 149 euro è una dotazione equilibrata, piuttosto competitiva rispetto al quadro del mercato.

Entrambi i cellulari descritti montano Android 4.4, e hanno uno storage di base (espandibile) da 4GB: l’interfaccia adottata da ZTE apporta pochissimi cambiamenti a quella standard, dunque il risultato è un dispositivo piuttosto semplice da usare e che non mostra particolari tentennamenti nell’interfaccia. I principali cambiamenti sono presenti ad esempio nel software fotografico, ma paiono improntati più ad aumentare le funzionalità (ad esempio semplificando l’utilizzo dello scatto continuo o delle riprese panoramiche) che a complicare la vita all’utente. Entrambi i prodotti saranno disponibili sugli scaffali tra pochi giorni, grazie a un accordo di distribuzione avviato con ZAP, nei colori bianco e nero.

Un discorso a parte merita il terzo arrivato, il Blade Apex 2 : si tratta di un terminale che verrà commercializzato nel listino TIM, ma che ha diverse frecce al suo arco per risultare interessante. Innanzi tutto è un LTE cat 4, ovvero la specifica più veloce in circolazione con capacità in download fino a 150Mbps: a questo si abbina uno schermo 4,5 pollici (854×480), un processore Qualcomm Snapdragon 400 quad-core da 1,2GHz, 1GB di RAM e 8GB di storage. Considerato che non mancano neppure in questo caso la fotocamera posteriore da 5 megapixel con flash LED, Radio FM, GPS, WiFi, Bluetooth 4.0 e Android 4.4, è difficile pensare a un altro prodotto con la stessa dotazione a questo prezzo: 129,90 euro per uno smartphone LTE sono per ora un prezzo imbattuto. A voler cercare il pelo nell’uovo, le forme dell’Apex 2 non sono ben riuscite come nei due casi precedenti: il terminale è spesso 9,6 millimetri, più del Blade L2, e misura 134,6×67,3mm. In questo caso, pur non compromettendo troppo l’impostazione generale, ZTE ha aggiunto una serie di app e personalizzazioni TIM allo smartphone, che sarà un’esclusiva nei colori bianco e nero per il primo operatore italiano.

Con il lancio dei nuovi Blade, ZTE prova la svolta in fatto di percezione del suo marchio da parte della clientela: sito dedicato , pagina Facebook con contatto diretto con l’azienda, prezzo concorrenziale e su un modello anche la connettività LTE. Per ora la questione finisce qua, ma ci saranno prossimamente anche novità con modelli più dotati: in patria non mancano i prodotti già pronti , si tratta solo di decidere quali siano quelli meglio disegnati per incontrare i gusti del Vecchio Continente.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
4 lug 2014
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