NSA contro gli estremisti di Linux

NSA contro gli estremisti di Linux

TOR, Tails e il Pinguino sono software sospetti. Chi cerca informazioni o, peggio, li utilizza è un soggetto pericoloso da tracciare. Le informazioni sono contenute nell'ennesimo leak, ma l'autore della rivelazione pare non essere Edward Snowden
TOR, Tails e il Pinguino sono software sospetti. Chi cerca informazioni o, peggio, li utilizza è un soggetto pericoloso da tracciare. Le informazioni sono contenute nell'ennesimo leak, ma l'autore della rivelazione pare non essere Edward Snowden

Non bastassero le rivelazioni di Edward Snowden sulle attività di spionaggio digitale della NSA, ora ci si mette anche un secondo, ignoto leaker a pubblicare documenti riservati sulle capacità e il modus operandi dell’intelligence statunitense. Una intelligence che a quanto pare prende di mira chiunque provi a informarsi sulle tecnologie di sicurezza rese popolari dal Datagate e dal dibattito che ne è seguito.

Le ultime spifferate sulla NSA arrivano dalle fonti tedesche di Tagesschau e riguardano le regole seguite dall’agenzia per il suo programma di “deep packet inspection” con il tool XKeyscore : il codice svelato dal sito teutonico definisce senza mezzi termini “estremisti” coloro che cercano informazioni e articoli in rete su TAILS , il sistema operativo sicuro (basato su Linux) usato da Edward Snownden, la rete anonimizzatrice di TOR (The Onion Router) e gli utenti stessi del già citato TOR.

Anche leggere un magazine online dedicato a Linux equivale a finire nella blacklist della NSA , dice il codice, e a quel punto l’utente si trasforma in un “obiettivo” su cui l’intelligence raccoglie informazioni, dati e metadati in maniera sistematica, archiviandoli per sempre e senza possibilità di eliminazione come invece dovrebbe capitare – secondo quanto sostiene la stessa NSA – con i dati riferibili al resto dei netizen.

La pubblicazione delle regole seguite da XKeyscore contribuisce ovviamente ad alimentare ancora le polemiche e il dibattito sul Datagate, uno scandalo che assume contorni sempre più inquietanti e difficili da interpretare. Per la Electronic Frontier Foundation si tratta dell’ennesima violazione, da parte della NSA, di un diritto fondamentale come la privacy online, fermo restando che usare Tor è sicuro e più utenti ne fanno uso più la sicurezza complessiva del network se ne avvantaggia.

Un altro aspetto inquietante, questa volta per la stessa NSA, è l’esistenza di una nuova fonte di documenti riservati oltre al già noto Edward Snowden: chi ha accesso al cartiglio di segreti a disposizione di Snowden dice di non aver mai visto il codice di XKeyscore reso pubblico nei giorni scorsi, quindi l’agenzia statunitense dovrà ora fare i conti con una nuova “talpa” dall’identità anonima e potenzialmente pericolosa tanto quanto l’ex-analista della CIA in esilio in Russia.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
4 lug 2014
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