No, non hanno bucato Google

No, non hanno bucato Google

Dopo l'uscita di alcune inesattezze sulla stampa italiana c'è chi ha dubitato dell'integrità del motore internet più celebre. Ma non c'è alcun mistero nella vicenda Miserabile Fallimento
Dopo l'uscita di alcune inesattezze sulla stampa italiana c'è chi ha dubitato dell'integrità del motore internet più celebre. Ma non c'è alcun mistero nella vicenda Miserabile Fallimento


Roma – La cosa gira da un po’ dopo essere nata nel fertile mondo dei blog italiani: inserendo “Miserabile Fallimento” nella finestra di ricerca di Google.it , il primo risultato mostrato è il link al sito ufficiale del Governo Italiano. Qualcosa di analogo si ottiene scrivendolo in inglese: se si inserisce “Miserable failure” si ottiene la pagina con la biografia del presidente americano George W. Bush (inserendo solo “Fallimento” il link proposto è quello alla biografia del premier italiano Silvio Berlusconi). Tutto questo, però, non è frutto di un’azione di cracking.

A qualcuno è venuto il dubbio, tanto da scriverlo alla redazione di Punto Informatico, dopo aver letto alcuni articoli apparsi online. Una celebre testata giornalistica nazionale ha infatti pubblicato su Web un pezzo che titola “Attacco hacker al sito del governo” . Nel testo si parla degli effetti di un “raid pirata operato da uno sconosciuto “hacker” sulle pagine web . Il tutto mettendo in mezzo Google. In realtà è probabile che l’articolo apparso sul quotidiano nazionale si debba ad un altro articolo pubblicato da una celebre agenzia di stampa e del tutto identico al primo nei contenuti. Articoli che hanno naturalmente stuzzicato il sarcasmo della blogosfera italiana.

La verità, come molti già sanno, è molto più intrigante di un qualsiasi attacco informatico. Questi clamorosi risultati delle ricerche sono infatti conseguenza di una pratica che si va diffondendo sulla rete e che è nota come Googlebombing , una pratica che sfrutta le notevolissime capacità del motore di individuare le priorità nelle ricerche effettuate dagli utenti.

Associando il termine “miserable failure” alla biografia di George W. Bush e riportando tale associazione sotto forma di link su una quantità enorme di siti web, Google a suo tempo ha finito per porre in testa ai risultati della ricerca proprio il link alle pagine di Bush. Lo stesso, su iniziativa di una manciata di blogger italiani, è accaduto qui da noi con la frase “Miserabile fallimento”, il cui link è stato riportato da moltissimi siti. Per onor della cronaca va anche detto che, oltre a questa, i blogger sono riusciti a sganciare altre googlebomb. Per accorgersene basta inserire le parole “miserabile” oppure “basso di statura”

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Pubblicato il
8 gen 2004
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