Google Chrome arriva alla versione stabile 36.0.1985.122, una release ricca di novità soprattutto per quel che riguarda i sistemi operativi per computer (Windows, OS X, Linux). Ma il browser fa notizia anche per motivi diversi dai ritmi di aggiornamento imposti da Mountain View, e non si tratta necessariamente di notizie positive.
Chrome 36 chiude prima di tutto 26 vulnerabilità di sicurezza, con “tanti” aggiornamenti “sotto il cofano” utili a migliorare la stabilità e le performance complessive del software. Migliorato risulta inoltre il sistema di “Rich Notification” integrato, mentre la scheda di apertura della modalità “incognito” è stata ridisegnata per aderire maggiormente ai principi del nuovo design Material .
Una ulteriore novità interessante di Chrome 36 per computer è infine l’inclusione di un “App Launcher” su Linux, mentre la release del browser per gadget Android è pensata soprattutto per migliorare il rendering del testo sui siti non ottimizzati per i terminali mobile.
Google non conosce mezze misure quando si tratta di salvaguardare la difesa degli utenti di Chrome, al punto di non farsi problemi a bloccare il download di un popolarissimo software di P2P come uTorrent, e la “guerra” ad Adobe Flash – supposta ragione di tutti i mali, osteggiato da chi incensa HTML5 come il nuovo messia della multimedialità su Web – viene ora condotta anche tramite il servizio di ricerca online con l’identificazione di quei siti basati sul popolare plug-in e per questo non in grado di funzionare a dovere sui terminali mobile.
Chrome protegge, salva il mondo da Flash ma a quanto pare prosciuga la batteria dei PC portatili basati su Windows come un’idrovora, un fenomeno dovuto all’alta frequenza di “risveglio” del processore centrale impostata su 1,000 millisecondo contro i 15,625 ms raccomandati da Microsoft e seguiti alla lettera dai browser della concorrenza (IE e Firefox).
Alfonso Maruccia