Amazon si dà alla stampa 3D

Amazon si dà alla stampa 3D

L'azienda di Jeff Bezos apre una nuova sezione del suo store online dedicata alle stampe in 3D: un'operazione in cui Amazon è intermediario, e che agli utenti promette grande personalizzazione dei prodotti disponibili
L'azienda di Jeff Bezos apre una nuova sezione del suo store online dedicata alle stampe in 3D: un'operazione in cui Amazon è intermediario, e che agli utenti promette grande personalizzazione dei prodotti disponibili

Le potenzialità commerciali delle tecnologie di stampa in 3D fanno gola a molti, e anche Amazon sembra essere intenzionata a ritagliarsi la propria fetta di business nel nuovo mercato dei gadget economici, dei modellini e dei ninnoli personalizzabili.

Il colosso dell’e-commerce ha quindi aperto il 3D Printing Store , nuova sezione del negozio online che, accanto alla tradizionale interfaccia per gli acquisti su Amazon, aggiunge nuove opzioni espressamente dedicate alla scelta, alla customizzazione e alla visualizzazione degli modelli 3D da stampare.

Amazon conta “più di 200” prodotti unici stampabili su richiesta tra statuette macrocefale, “gioielli” dalle forme fantasiose, decorazioni casalinghe, giocattoli, custodie per smartphone e altri accessori per prodotti hi-tech.
Una volta che l’utente avrà personalizzato l’oggetto e verificato il suo aspetto tramite una preview 3D, Amazon incaricherà uno dei suoi partner nell’iniziativa (inclusi Sculpteo, Mixee Labs e 3DLT) di stampare fisicamente il prodotto e spedirlo all’utente. L’e-retailer si comporta insomma come un intermediario, non diversamente da quanto succede con il “marketplace” dei prodotti tradizionali pensato per far incontrare l’offerta dei venditori e gli acquirenti.

Con il nuovo store di stampe 3D Amazon intende fornire un servizio dedicato a chi, pur interessato alla tecnologia, non vuole sorbirsi tutti gli inconvenienti del possedere e usare una stampante 3D. La semplificazione del procedimento di stampa tridimensionale è tutt’ora in divenire, anche se l’esercito statunitense scommette sulla tecnologia e ipotizza di usarla, in futuro, per produrre ogni genere di oggetti (cibo, armi o materiale biologico per le “riparazioni” degli umani feriti sul campo di battaglia).

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
29 lug 2014
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