Banda larga, multa da record per Telecom

Banda larga, multa da record per Telecom

115 i miliardi comminati come sanzione dall'Antitrust per aver rallentato lo sviluppo della connettività a banda larga danneggiando i propri concorrenti. Accuse pesanti che Telecom respinge. Adusbef ci mette il carico da novanta
115 i miliardi comminati come sanzione dall'Antitrust per aver rallentato lo sviluppo della connettività a banda larga danneggiando i propri concorrenti. Accuse pesanti che Telecom respinge. Adusbef ci mette il carico da novanta


Roma – Giornata nerissima ieri per Telecom Italia, condannata dall’Autorità garante del mercato e della concorrenza per abuso di posizione dominante. Una condanna associata ad una sanzione da record: 115 miliardi che Telecom dovrà tirare fuori.

L’Antitrust ha ritenuto Telecom Italia colpevole di abuso di posizione dominante nel mercato dei servizi a banda larga, una posizione che non ha solo rallentato la diffusione di questo mercato ma ha anche danneggiato gli operatori concorrenti.

La sanzione è stata comminata, si legge in un comunicato ufficiale, “in considerazione della gravità e della durata delle violazioni riscontrate e che si sono protratte in alcuni casi anche in violazione di disposizioni regolamentari di settore fino ai primi mesi del 2001”.

Un attacco durissimo, dunque, all’azienda che avrebbe approfittato della sua posizione dominante sul mercato testimoniata, secondo l’Antitrust, dalla capacità di offrire banda su rete locale, “che le deriva dalla sua qualità di monopolista di fatto nell’offerta di circuiti diretti e di gestore unico della rete pubblica telefonica commutata, infrastruttura non riproducibile a livello locale e non ancora disponibile ai suoi concorrenti (in considerazione della mancata operatività delle norme sull’unbundling)”.

Il comunicato dell’Antitrust continua affermando che l’indagine “ha dimostrato che Telecom ha posto in essere una strategia escludente e discriminatoria nei confronti dei propri concorrenti, volta all’occupazione anticipata dei segmenti più innovativi nei mercati dei servizi di accesso a Internet e di trasmissione dati, sfruttando illegittimamente la propria posizione di ex-monopolista legale della rete pubblica commutata, in un contesto di liberalizzazione dell’offerta di infrastrutture”.

Non solo. Secondo l’Autorità “Telecom ha offerto già a partire dal 1998 servizi di trasmissione dati e accesso a Internet attraverso l’Adsl e, nel corso del 1999, attraverso la tecnologia x-dsl”. Un periodo nel quale ai concorrenti queste possibilità erano impedite. Aggravando il tutto, continua l’Antitrust, rifiutando “ingiustificatamente ai propri concorrenti connettività locale utilizzabile da questi per la fornitura di simili servizi”.

La decisione dell’Antitrust è probabilmente andata oltre le più rosee previsioni del gruppo di concorrenti, tra cui tutti i maggiori, come Albacom, Infostrada e Wind, che hanno denunciato Telecom Italia per i suoi comportamenti in relazione ai servizi a banda larga.

L’accusa di danno alle altre aziende si accompagna dunque a quella di aver di fatto impedito, con il “blocco” del mercato, anche la diffusione delle nuove tecnologie a favore dei consumatori, motivo per cui si sarebbe prodotto un danno anche a loro carico.


Una tesi condivisa in toto da Adusbef che pochi minuti dopo la diffusione della “sentenza” commentava: “Adusbef plaude alla multa di 115 miliardi di lire inflitta dall’Antitrust a Telecom Italia per abuso di posizione dominante a dimostrazione del persistente e resistente monopolio di Telecom in infiniti segmenti delle TLC”.

Secondo Adusbef, dopo una condanna del genere è conseguente la richiesta che l’Autorità TLC dovrebbe fare a Telecom Italia affinché vengano ridotte le tariffe di accesso ai servizi broadband, a banda larga, quei servizi sui quali in questi mesi si è combattuta una battaglia senza quartiere, con Telecom da una parte e i fornitori concorrenti dall’altra.

Ma le accuse dell’Antitrust sono respinte da Telecom Italia, secondo la quale si tratta di affermazioni “incomprensibili” e di decisioni “ingiustificate” che hanno portato ad una sanzione “abnorme”.

Telecom, che ha già annunciato il ricorso presso il TAR del Lazio, ha spiegato in una nota che “gran parte degli addebiti contestati si riferiscono, in larga misura, al periodo compreso tra l’ottobre 1998 e il novembre 1999, in uno scenario di mercato completamente diverso dall’attuale e ampiamente superato dallo sviluppo della concorrenza”.

Secondo l’azienda di Roberto Colaninno, inoltre, la sanzione è abnorme “soprattutto se correlata solo agli effettivi mercati di riferimento, tuttora in una fase iniziale di sviluppo. Tale sanzione è stata determinata senza tenere conto dei chiarimenti forniti dalla Telecom Italia nel corso della lunga istruttoria e del comportamento collaborativo sempre adottato dalla società”.

“Un provvedimento – conclude Telecom – incomprensibile e ingiustificato che punisce l’azienda che ha effettuato concreti investimenti nel settore della larga banda in Italia”.

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Pubblicato il
3 mag 2001
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