Attaccheremo il P2P anche in Italia

Attaccheremo il P2P anche in Italia

La promessa è della Federazione contro la pirateria musicale italiana che snocciola i risultati ottenuti dalle forze dell'ordine nel 2003. E avverte: per internet e peer-to-peer niente più scuse
La promessa è della Federazione contro la pirateria musicale italiana che snocciola i risultati ottenuti dalle forze dell'ordine nel 2003. E avverte: per internet e peer-to-peer niente più scuse


Roma – Nel 2003 le attività di repressione delle organizzazioni criminali dedite alla riproduzione su vasta scala di musica, film e software hanno dato ottimi risultati ma, secondo la Federazione contro la pirateria musicale (FPM), gli ambulanti della contraffazione hanno troppo spazio nelle strade italiane. Un ruolo poi crescente, da reprimere con forza, lo gioca internet.

Nel descrivere le attività antipirateria del 2003, la FPM parla esplicitamente di “luci ed ombre”. Le luci sono rappresentate da quello che viene definito “significativo incremento” nel numero di centrali di masterizzazione clandestine sequestrate. Le ombre, invece, stanno in quella che è considerata una “battuta d’arresto” su un fronte critico, quello del contrasto alla vendita abusiva nelle vie e nelle piazze di materiali riprodotti illegalmente.

Nel corso del 2003 le forze dell’ordine hanno confiscato 1.579 masterizzatori, con una crescita del 69 per cento rispetto all’anno precedente con un numero complessivo di operazioni che si ritrova solo in pochi altri paesi nel mondo. “Degno di nota – si legge in una nota della FPM – il fatto che a Napoli, nel mese di ottobre, la Guardia di Finanza ha stabilito il nuovo record mondiale di masterizzatori sequestrati in una singola operazione: 496 macchine in grado di produrre migliaia di supporti all’ora”.

Secondo gli esperti, la duplicazione e la messa in vendita di CD e altri materiali contraffatti gioca un importante ruolo nelle entrate della criminalità organizzata che giudica questo business uno dei più profittevoli.

Nel 2003, dicono ancora le cifre snocciolate dalle FPM, sono stati confiscati quasi 1,3 milioni di CD contraffatti nel corso di 588 operazioni, un numero inferiore del 41 per cento rispetto alle confische dell’anno precedente, così come è calato del 30 per cento, a quota 993, il numero delle persone arrestate perché implicate nel traffico o nella produzione dei materiali illegali.

La FPM ritiene che debba essere ancora mantenuto ai massimi livelli l’allarme “per la vendita ambulante abusiva di supporti masterizzati, con situazioni particolarmente critiche, come per esempio a Roma, dove l’attività di prevenzione e repressione pare non incidere in maniera significativa sul fenomeno. Oltre al Lazio, le regioni nelle quali è stato sequestrato il maggior numero di CD contraffatti sono la Campania, la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Sicilia e l’Abruzzo”.

Non sfugge al rapporto 2003 della FPM anche la pirateria via internet . Le operazioni condotte in questo senso hanno portato al sequestro di oltre 300 siti web e alla denuncia o all’arresto di circa 50 persone.

Ma il nuovo fronte, quello che ora si intende aprire anche in Italia come già negli Stati Uniti, è quello del peer-to-peer . “Abbiamo verificato – ha dichiarato il segretario generale della FPM Luca Vespignani – che sono attivi soggetti che condividono consistenti quantità di brani musicali illegali e oggi le leggi consentono di perseguire con efficacia un’attività illecita che non ha nessuna giustificazione. Vi sono alternative legali in rete già disponibili anche in Italia e molte altre iniziative prenderanno il via nei prossimi mesi e pertanto colpiremo senza esitazione l’illegalità”.

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Pubblicato il
14 gen 2004
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