DuckDuckGo strozzato in Cina

DuckDuckGo strozzato in Cina

Il motore di ricerca attento alla privacy bloccato da Pechino. Ignote le cause, ma la censura governativa pare la spiegazione più ovvia. E non è l'unica azienda estera ad avere difficoltà nel paese
Il motore di ricerca attento alla privacy bloccato da Pechino. Ignote le cause, ma la censura governativa pare la spiegazione più ovvia. E non è l'unica azienda estera ad avere difficoltà nel paese

Il motore di ricerca DuckDuckGo ha finalmente eguagliato Google: come il servizio di Mountain View e quello offerto da altre aziende occidentali è stato bloccato in Cina. DuckDuckGo è nato per rispondere alle esigenze degli utenti che tengono in grande considerazione la privacy, ed è stato recentemente scelto da Apple come motore di ricerca integrato in iOS e nel suo sistema operativo desktop prossimo venturo.

Il fondatore e CEO di DuckDuckGo Gabriel Weinberg ha confermato le indiscrezioni che circolavano da qualche settimana e che attestavano un blocco attivo già dai primi giorni di settembre , ma ha altresì riferito di non sapere il motivo preciso per cui la sua azienda è finita nella morsa della censura cinese.

Più che motivazione specifiche, la decisione cinese sembra rientrate nella strategia generale di controllo adottata da Pechino, che dopo un parziale allentamento a giugno ha di nuovo bloccato Google e Dropbox e già adotta una stretta morsa sui social network: inoltre, con il deterioramento dei rapporti con gli Stati Uniti in seguito all’ accusa di spionaggio portata avanti davanti da un tribunale a stelle e strisce, sono incorse in ostacoli anche Apple , IBM , Microsoft , Symantec e Kaspersky .

In parte diversa, invece, è la situazione di Cisco : finita sotto la lente di ingrandimento di Pechino, continua ad operare in Cina ed è anzi accusata di collaborare con la censura. Al momento, tuttavia, la denuncia depositata nei suoi confronti da un gruppo di cittadini cinesi e statunitensi davanti ad un tribunale californiano è stata archiviata dal giudice Edward J. Davila: l’accusa collegava le tecnologie ed il know-how dell’azienda alla persecuzione da parte di Pechino dei membri del gruppo religioso Falun Gong, ma secondo il giudice, non essendosi svolte le azioni negli Stati Uniti, il tribunale non ha le necessarie competenze territoriali per intervenire .

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
23 set 2014
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