HP, è tempo di scissione

HP, è tempo di scissione

Si concretizza un'ipotesi già avanzata nel 2011: separare PC e stampanti dalle attività enterprise. La guida della divisione consumer sarà affidata ai dirigenti che se ne occupano già oggi
Si concretizza un'ipotesi già avanzata nel 2011: separare PC e stampanti dalle attività enterprise. La guida della divisione consumer sarà affidata ai dirigenti che se ne occupano già oggi

Hewlett-Packard ha confermato l’intenzione di avviare un processo di scissione delle proprie attività: due nuove aziende nasceranno da questa operazione, la prima si occuperà di personal computer e stampanti e la seconda dell’hardware e dell’altre attività per i grandi clienti corporate. Si tratta di un dejà vu : già Leo Apotheker, il predecessore dell’attule CEO di HP Meg Whitman, aveva avanzato questa possibilità nel 2011.

Per il secondo più grande produttore di PC (superato solo lo scorso anno dalla cinese Lenovo) la mossa sembra rappresentare la diretta conseguenza dell’acquisto mal calcolato di Autonomy , azienda britannica probabilmente pagata troppo a causa di una sovrastima dei contratti da essa stipulati.Il buco rappresentato da questa operazione sfortunata, infatti, spinge la dirigenza HP a cercare un metodo per gestire più agevolmente il settore PC recuperando magari la posizione persa quest’anno a favore di Lenovo: la nuova azienda, che si chiamerà “HP inc.”, rappresenta un business in calo del 3 per cento rispetto al 2013, ma che vale ancora 23,9 miliardi di dollari per le stampanti e 32 per i PC. La nuova realtà sarà affidata a Dion Weiser, che già dirige le operazioni di settore, e potrebbe comportare anche la vendita del business o il coinvolgimento di concorrenti diretti tramite delle partnership.

L’attuale CEO Meg Whitman manterrà la carica di presidente della nuova HP Inc., e prenderà le redini della nuova “Hewlett-Packard Enterprise”: quest’ultima azienda porterà in dote un mercato che nell’ultimo anno ha registrato 28 miliardi di dollari di vendite (un calo del 5 per cento rispetto allo scorso anno) e che dovrebbe avere al suo interno anche la divisione che offre i servizi alle imprese che vale altri 23 miliardi di dollari l’anno, più 3,9 miliardi derivanti dalle operazioni software. In questa struttura, probabilmente destinata a portare avanti il retaggio decennale di HP negli anni a venire, convergerà anche l’attuale CFO del gruppo Cathie Lesjak. L’intento di HP, anche secondo le dichiarazioni del CEO, è quello di migliorare le capacità competitive separando due settori che hanno interessi e obiettivi divergenti: come già IBM è probabile che l’azienda veda nel settore enterprise maggiori margini di crescita e più solidità, e intenda concentrarsi su quello, separando i rischi di un mercato fluttuante come quello consumer dal proprio business d’elezione.

Alla finestra restano Lenovo e Dell, che potrebbero essere interessate all’acquisto di parte delle due nuove realtà di HP, anche se già nei mesi scorsi voci del genere erano circolate.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
6 ott 2014
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