Android Lollipop, lecca-lecca al gusto Nexus

Android Lollipop, lecca-lecca al gusto Nexus

Debutta la release 5.0 del sistema operativo mobile di Google, portando con sé nuova interfaccia e nuove funzionalità. Oltre a una valanga di nuove API. E a tre nuovi device: il phablet Nexus 6, il tablet Nexus 9 e il set-top-box Nexus Player
Debutta la release 5.0 del sistema operativo mobile di Google, portando con sé nuova interfaccia e nuove funzionalità. Oltre a una valanga di nuove API. E a tre nuovi device: il phablet Nexus 6, il tablet Nexus 9 e il set-top-box Nexus Player

Nessun evento speciale o presentazione alla stampa per il debutto della nuova generazione di gadget Android, con Google che ha piuttosto deciso – apparentemente costretta dai tempi stretti con cui è terminato lo sviluppo dell’OS – di presentare le novità del mondo androide tramite i propri canali ufficiali online.

Prima di tutto viene Android 5.0/L, la nuova release del sistema operativo mobile ufficialmente battezzata “Lollipop” nel rispetto della consuetudine dolciaria di Mountain View: Android “Lollipop” 5.0 introduce prima di tutto il design Material , un nuovo paradigma di interazione tra utente, contenuti e dispositivi destinato a cambiare radicalmente l’esperienza Android a cominciare dall’interfaccia.

Con Material cambia tutto, dalle animazioni agli elementi base della UI passando per le palette di colori, un nuovo menù di gestione del multitasking, nuovi modi di interagire con il dispositivo tramite comandi vocali e altro ancora. Android Lollipop arriva poi con 5.000 nuove API, una maggior possibilità di sincronizzazione tra dispositivi diversi (canzoni, foto, app, ricerche recenti e tutto il resto), un nuovo centro notifiche dove è possibile limitare gli avvisi durante i meeting o gli incontri importanti, un meccanismo di protezione aggiuntivo contro i tentativi di ripristino delle impostazioni di fabbrica eseguiti in seguito al furto del dispositivo.

Per presentare al mondo il rinnovo più radicale di Android mai avvenuto dal 2011 (4.0 “Ice Cream Sandwich”), Google ha naturalmente fatto ampio uso del brand Nexus che ora si arricchisce di un nuovo smartphone/phablet (Nexus 6), un tablet (Nexus 9) e una inaspettata console per lo streaming ludico basata su SoC Intel Atom (Nexus Player).

Nexus 6 è il primo smartphone con Android 5.0 ed è prodotto da Motorola, come già ampiamente noto , è equipaggiato con uno schermo da 5,92 pollici e risoluzione quad-HD da 1.440×2.560 pixel, sostenuta da un SoC quad-core Snapdragon 805 da 2,7 GHz (con GPU Adreno 420), fotocamera principale da 13 megapixel (2mpx quella frontale), si carica per sei ore in 15 minuti e la batteria dura 24 ore con una ricarica completa (l’accumulatore supera i 3000mAh). Lo smartphone sarà disponibile a partire da novembre anche in Italia, ma i prezzi non sono stati confermati: le prime indicazioni piazzano a 649 euro la versione 16GB LTE, e 699 il taglio da 32GB. La mancanza di espansione per la memoria tramite scheda microSD suggerisce di puntare sulla versione più capiente vista l’esigua differenza di prezzo, anche se il phablet Nexus raggiunge un valore di listino decisamente più alto che in passato.

Anche Nexus 9 non è questa gran sorpresa , visto che il tablet è realizzato da HTC e monta un potente SoC NVIDIA Tegra K1 esattamente come dicevano le indiscrezioni di questi mesi: lo schermo è un IPS da 8,9 pollici (2K, 2048×1536), la fotocamera è da 8 megapixel (1,6mpx quella frontale) e lo storage integrato (non espandibile) è di 16 o 32 Gigabyte. La batteria è da 6.700mAh. I preordini cominciano il 17 ottobre, con il tablet Android 5.0 destinato a vedersela direttamente con i prossimi iPad di Apple. Il prezzo è in linea con la concorrenza: 399 euro per 16GB, 489 per 32GB e si sale a 569 euro per la variante LTE.

La vera sorpresa del debutto di Lollipop è però Nexus Player, una micro-console da salotto basata su SoC Intel Atom quad-core (1,8GHz) che supporta lo streaming da gadget mobile e PC sia di contenuti audiovisivi che di casual game. Diversamente da Chromecast, però, la presenza di un SoC x86 tradisce la vocazione vagamente “ludica” del gadget: una vocazione confermata anche dalla disponibilità di un controller simil-Xbox venduto separatamente. Il Player pare non arriverà, almeno non subito, in Italia: negli USA costerà 99 dollari, decisamente più di quanto costi un Chromecast, ma il prezzo si giustifica in funzione della maggiore capacità del prodotto che si pone di fatto nella stessa fascia di prezzo dei concorrenti diretti (Apple TV e Roku).

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 16 ott 2014
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