Qualcomm fa i conti con le authority

Qualcomm fa i conti con le authority

L'azienda comunica i risultati trimestrali rendendo nota l'apertura di due nuove indagini da parte delle autorità europee e statunitensi sul suo operato. Un analogo procedimento in Cina è ancora in corso
L'azienda comunica i risultati trimestrali rendendo nota l'apertura di due nuove indagini da parte delle autorità europee e statunitensi sul suo operato. Un analogo procedimento in Cina è ancora in corso

I conti sono relativamente a posto, i prodotti si vendono bene , ma per il futuro ci sarà da risolvere un po’ di questioni spinose in Europa, Nordamerica e soprattutto in Cina: Qualcomm ha reso noti i risultati del suo ultimo trimestre per l’anno fiscale 2014, e al contempo ha messo in guardia analisti e mercato sulle possibili conseguenze di tre indagini in corso o recentemente avviate dalle autorità dell’Unione Europea, Stati Uniti e di Pechino, che potrebbero influire sui risultati operativi e le prospettive di crescita future dell’azienda.

Al termine del trimestre conclusosi il 28 settembre, Qualcomm ha registrato un fatturato di 6,69 miliardi di dollari in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con utili nell’ordine di 1,89 miliardi di dollari (+26 per cento): numeri positivi che tuttavia non mettono al riparo da qualche scetticismo per il futuro , visto che le previsioni della stessa Qualcomm per la prossima scadenza trimestrale comprendono valori in discesa sia per fatturato che per utili rispetto allo scorso anno, e con numeri inferiori a quelli attesi dagli analisti. Una prospettiva inaspettata, anche alla luce del fatto che molti nuovi terminali lanciati sul mercato contengono chip prodotti da Qualcomm, e dunque la crescita del mercato mobile dovrebbe coincidere con una crescita anche per l’azienda statunitense.

Il problema principale di Qualcomm per il prosieguo delle operazioni è l’incognita cinese: fatti già noti al pubblico, che la vedono impegnata a collaborare con la National Development and Reform Commission (NDRC) cinese per venire a capo di complicate questioni antitrust che mettono a rischio una fetta importante e potenzialmente fondamentale dei suoi affari. Come già visto in passato, la questione a Pechino affronta una sorta di stallo: la mancata conclusione della vicenda con NDRC comporta il mancato pagamento da parte di alcune aziende di quanto sarebbe dovuto a Qualcomm per lo sfruttamento delle sue tecnologie, e altre che hanno accordi specifici sono sospettate di non riferire correttamente i dati relativi ai propri affari per ridurre l’entità di quanto debbono corrispondere a Qualcomm . A questo si aggiunge la prospettiva di una sanzione da 1 miliardo di dollari che NDRC potrebbe comminare all’azienda.

Negli USA e in Europa l’indagine è invece appena iniziata, sebbene ci fossero già indiscrezioni al riguardo: nel Vecchio Continente la faccenda riguarda la politica di prezzi e licenze adottata da Qualcomm, secondo alcuni suoi concorrenti per ostacolare la libera competizione, mentre negli Stati Uniti la faccenda sembra ruotare attorno alle rivendicazioni in fatto di brevetti sollevate da NVIDIA. All’ITC , International Trade Commission , si sarebbe ora unita anche la FTC che sta valutando possibili violazioni delle pratiche FRAND ( fair, reasonable, and non-discriminatory ) nella cessione di licenze d’uso dei brevetti in possesso di Qualcomm.

Le notizie non sono state accolte favorevolmente dalla Borsa: il titolo Qualcomm ha registrato una flessione , la mancanza di novità significative e positive sull’esito delle controversie impedisce agli investitori di puntare con fiducia sul titolo dell’azienda.

Luca Annunziata

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Pubblicato il 7 nov 2014
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