Twitter scruta fra le app

Twitter scruta fra le app

La piattaforma accederà alla lista di applicazioni installate sugli smartphone dai propri utenti. Per conoscere i propri utenti e migliorare i servizi offerti. Anche a favore degli inserzionisti
La piattaforma accederà alla lista di applicazioni installate sugli smartphone dai propri utenti. Per conoscere i propri utenti e migliorare i servizi offerti. Anche a favore degli inserzionisti

Twitter ha annunciato che “per migliorare l’offerta di contenuti tagliati su misura degli utenti” raccoglierà ed occasionalmente aggiornerà la lista di app installate sui loro dispositivi mobile .

Per quanto la novità sia presentata come un servizio atto a migliorare la lista dei suggerimenti sugli account da seguire e sui contenuti sponsorizzati, rappresenta di fatto un nuovo tentativo da per monetizzare. Nonostante la piattaforma cerchi di tranquillizzare gli utenti assicurando di non raccogliere dati dalle app terze e offrendo la possibilità di bloccare ex post l’accesso a tale lista ( disabilitando “Personalizza Twitter attraverso le mie app” che si trova nelle opzioni dell’app mobile che si utilizza), gli osservatori sottolineano come si tratti sic et simpliciter di un nuovo sistema di tracciamento delle azioni degli utenti.

Twitter è d’altronde ancora alla ricerca del metodo migliore per monetizzare il proprio successo di pubblico .
Nella ricerca di un modello di business fruttuoso sta battendo diverse strade: da un lato tenta ancora di accrescere la portata del suo bacino di utenza per attrarre gli investitori, dall’altro tenta di crearsi canali per incamerare denaro contante.
Da quest’ultimo punto di vista vanno letti i tentativi di sviluppare sistemi di advertising appetibili per le aziende: un esempio di questo è il sistema di coupon “Twitter Offers” lanciato anch’esso in questi giorni e che promette agli inserzionisti di offrire offerte e sconti per attrarre nuovi clienti.

D’altro canto, Twitter sta cercando di capire come poter trasformare il proprio pubblico in un target da vendere agli inserzionisti, proprio come ha scelto di fare Facebook, strategia che il social network in blu ha di recente esplicitato con l’annuncio della riforma delle proprie condizioni d’uso.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
27 nov 2014
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