Francia: si blocchi la Baia con tutti i suoi pirati

Francia: si blocchi la Baia con tutti i suoi pirati

Non solo HADOPI, non solo minacce per gli utenti: l'industria della musica francese ottiene il blocco di The Pirate Bay e di numerosi siti fra proxy e mirror. I fornitori di connettività dovranno attrezzarsi a breve
Non solo HADOPI, non solo minacce per gli utenti: l'industria della musica francese ottiene il blocco di The Pirate Bay e di numerosi siti fra proxy e mirror. I fornitori di connettività dovranno attrezzarsi a breve

The Pirate Bay sarà presto inaccessibile in Francia: l’industria della musica ha ottenuto che la autorità emenessero un’ordinanza nei confronti di tutti i fornitori di connettività. Ad essere tagliata fuori dalla Rete d’oltralpe non sarà solo la Baia, ma anche i suoi mirror e i proxy che consentono di accedervi.

L’industria della musica francese, rappresentata dalla Société civile des producteurs phonographiques (SCPP), nello scorso mese di febbraio aveva fatto leva sull’articolo 336-2, integrato nel Code de la propriété intellectuelle parallelamente all’istituzione di HADOPI e alla strategia degli avvertimenti e delle disconnessioni, per colpire gli snodi della pirateria oltre che gli utenti. Dopo l’insoddisfacente risposta di The Pirate Bay rispetto alle richieste di rimozione di link a contenuti illeciti, i detentori dei dritti avevano chiesto al Tribunal de grande instance di disporre delle misure volte a far cessare le violazioni, nello specifico l’istituzione di filtri da parte dei provider che rendessero inaccessibile The Pirate Bay e oltre un centinaio di siti, fra mirror e proxy.

È un comunicato di SCPP che annuncia l’accoglimento delle richiesta da parte dell’autorità giudiziaria, che ha ritenuto proporzionata la misura antipirateria . Il tribunale, colpito anche in questo caso dalla semantica pirata della Baia, ha stabilito che si tratti di un sito “esclusivamente o quasi esclusivamente dedicato ad una attività che consiste proporre e/o riprodurre dei fonogrammi sotto forma di download, senza l’autorizzazione dei detentori dei diritti”.

La Francia si aggiunge dunque alla folta lista di paesi , fra cui figura l’ Italia , che tentano di impedire ai propri cittadini di accedere a The Pirate Bay. A differenza dell’Italia, che ha emanato numerose ordinanze per tentare di tagliare progressivamente tutti i ponti con la Baia, le autorità francesi provvedono con un’unica disposizione ad agire su ThePirateBay.se e a bloccare anche numerosi siti che redirigono verso la Baia, fra cui piratebay.net , thehydrabay.net , themusicbay.com , tre mirror ( proxybay.eu , Proxybay.de , ThePIrateBay.se.byud.net ) e oltre 50 proxy.

I fornitori di connettività, che sono stati consultati dal Tribunal de grande instance nel corso del procedimento e che hanno espresso pareri contrastanti riguardo alle misure da adottare, hanno 15 giorni per adeguarsi: avranno la possibilità di scegliere quale misure tecniche adottare e dovranno garantirne l’operatività per un anno. Saranno i detentori dei diritti a farsi carico dei costi della messa in opera delle misure, come stabilito anche in ambito comunitario dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza SABAM e la sentenza Telekabel.

La decisione che l’industria della musica francese definisce “un nuovo passo avanti nella lotta alla pirateria musicale che va a rafforzare decisioni simili nell’Unione Europea e nel mondo” dovrà ora confrontarsi con la realtà dei fatti. In passato i tentativi di estromettere dalla Rete The Pirate Bay non hanno scoraggiato gli utenti e hanno anzi contribuito a moltiplicare le possibilità di accesso con il sorgere di mirror e proxy: la lunga lista francese, però, non potrà aggiornarsi senza una nuova approvazione da parte del tribunale. Pur essendo altamente probabile che compaiano online nuove scorciatoie verso i contenuti della Baia a favore dei netizen francesi, le autorità d’oltralpe intendono assicurarsi che l’industria dei contenuti non possa farsi giustizia da sé, né possa imporre ai fornitori di connettività un obbligo di sorveglianza che esulerebbe dal loro ruolo di semplici intermediari.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 9 dic 2014
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