Amazon chiude ogni rapporto con San Marino

Amazon chiude ogni rapporto con San Marino

Il negozio digitale lascia la città-stato dopo il contestato mancato pagamento delle tasse locali. Nessun accordo è stato raggiunto con le autorità. Rimborsati i clienti
Il negozio digitale lascia la città-stato dopo il contestato mancato pagamento delle tasse locali. Nessun accordo è stato raggiunto con le autorità. Rimborsati i clienti

Amazon ha deciso di chiudere ogni rapporto con lo Stato di San Marino che non compare più tra quelli supportati dalle sue spedizioni.

Mentre in Europa si continua a cercare il metodo per intervenire efficacemente sulla tassazione delle multinazionali, la settimana scorsa San Marino aveva deciso di bloccare le la vendita di merci da parte di soggetti esterni tramite Web , ed in particolare Amazon, sul suo territorio nazionale in mancanza del pagamento delle tasse che la Repubblica ritiene le siano dovute: una conseguenza della verifica del mancato pagamento da parte dell’e-commerce di Jeff Bezos dell’imposta sulle importazioni “monofase” dei beni venduti, una gabella della Città-Stato sulle importazioni pari al 17 per cento che equivale all’IVA Italiana.

Per applicare il suo blocco delle importazioni la Repubblica confinante con l’Emilia Romagna aveva provveduto a sequestrare, martedì scorso, i pacchi di Amazon che cercavano di varcarne i confini. A nulla sembra siano valse le trattative tra le autorità sammarinesi ed Amazon, che non pare aver voluto accettare le condizioni della Repubblica del Titano.

“Abbiamo fatto presente alla multinazionale – hanno riferito dal ministero delle Finanze sammarinese – che anche a San Marino le imposte vanno versate al momento dell’importazione. Il versamento può essere fatto dal venditore, in questo caso da Amazon, oppure dal corriere che consegna la merce in Repubblica”. Tuttavia le risposte ottenute sarebbero risultate sempre “evasive”.

Il sito di Jeff Bezos, alla fine, ha deciso sic et simpliciter di rinunciare al mercato della micro-Repubblica, ha ritirato i pacchi sottoposti a sequestro pagando quanto finora dovuto di IVA ed ha provveduto a rimborsare le spese a coloro cui erano destinati.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
16 dic 2014
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