Novità spaziali da Kepler e Hubble

Novità spaziali da Kepler e Hubble

Il telescopio "caccia-pianeti" identifica nuove potenziali Terre a una certa distanza dal Sistema Solare, mentre Hubble cattura nuove immagini dal cosmo
Il telescopio "caccia-pianeti" identifica nuove potenziali Terre a una certa distanza dal Sistema Solare, mentre Hubble cattura nuove immagini dal cosmo

NASA ha annunciato la scoperta di nuovi esopianeti potenzialmente abitabili, un risultato che porta a 1.000 il numero di pianeti esterni al Sistema Solare sin qui “adocchiati” dal telescopio spaziale in attività dal 7 marzo dell’anno 2009. Il numero totale di esopianeti sin qui conosciuti sale invece a oltre 1.800.

I nuovi pianeti identificati si trovano tutti nella cosiddetta Goldilocks Zone , quindi posseggono le caratteristiche necessarie a favorire la formazione di acqua allo stato liquido; la loro conformazione è rocciosa, come quella della Terra, e la quantità di radiazioni elettromagnetiche recepite è comparabile a quella che il Sole fa pervenire alla Terra da 4,5 miliardi di anni a questa parte.

Per quanto riguarda le possibili atmosfere dei nuovi pianeti, invece, le ipotesi dei ricercatori non sono particolarmente incoraggianti: in un caso si parla di una temperatura di 140 gradi, mentre in un altro intorno agli zero gradi. Enorme la distanza, almeno su scala umana, con un minimo 500 anni luce per il pianeta più vicino.

L’intensa attività di ricerca degli esopianeti procede senza sosta, ma Kepler non è l’unico telescopio orbitale a fare notizia in questo inizio di 2015: anche Hubble, lo storico “Grande Osservatorio” lanciato nell’atmosfera nel lontano 1990, continua a raccogliere dati e immagini di notevole importanza per la comunità scientifica.

È grazie ad Hubble che i ricercatori possono ad esempio tenere sotto controllo le cosiddette Bolle di Fermi , un’enorme struttura gassosa che si espande sopra e sotto il piano galattico della Via Lattea alla velocità di oltre 3 milioni di chilometri orari, ed è sempre grazie al telescopio Hubble che è oggi possibile identificare ciascuna singola stella dei 100 milioni di stelle contenuti in una porzione della galassia di Andromeda (M31).

Hubble continua a scoprire nuovi oggetti celesti come la galassia nana a forma sferica KKs 3 , a circa 2 megaparsec (6,9 milioni di anni luce) di distanza dalla Via Lattea, e i nuovi scatti catturati dalla fotocamera di bordo restituiscono immagini nitide e ultra-definite di strutture iconiche come i Pilastri della Creazione , gigantesche nubi di gas dalla forma caratteristica presenti nella Nebulosa dell’Aquila (M16).

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
7 gen 2015
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