ENISA: più privacy per tutti, alla faccia di Cameron e degli USA

ENISA: più privacy per tutti, alla faccia di Cameron e degli USA

L'agenzia per la cyber-sicurezza europea spinge per l'integrazione di soluzioni volte a tutelare la privacy nelle tecnologie informatiche. Soluzioni che comprendono la crittografia, questione al centro di polemiche al di qua e al di là dell'Atlantico
L'agenzia per la cyber-sicurezza europea spinge per l'integrazione di soluzioni volte a tutelare la privacy nelle tecnologie informatiche. Soluzioni che comprendono la crittografia, questione al centro di polemiche al di qua e al di là dell'Atlantico

Dopo aver valutato i punti deboli degli attuali sistemi crittografici impiegati nelle comunicazioni digitali, ENISA (European Union Agency for Network and Information Security) ha ora rivolto la propria attenzione alla privacy e alla protezione dei dati , un ambito in cui il lavoro da fare è ancora molto.

I nuovi sistemi tecnologici dovrebbero essere realizzati a partire da principi “privacy-friendly”, spiega ENISA, e gli ingegneri del software dovrebbero integrare la protezione dei dati a partire dal design dei loro progetti invece di ignorarli del tutto come fanno oggi. Tra gli sviluppatori c’è scarsa consapevolezza dell’importanza della privacy, e la mancanza di strumenti appositi non aiuta i meno coscienziosi a interessarsi alla questione: la comunità dei ricercatori è molto attivi, sostiene ENISA, ma all’atto pratico i risultati sono ancora abbastanza poveri.

La ricerca di un presunto equilibrio tra privacy e sicurezza non ha alcun senso, dice l’agenzia europea, perché entrambi gli obiettivi sono necessari e complementari . Considerazioni che si accompagnano a un vademecum sulle cose da fare per migliorare la situazione, e che sicuramente non piaceranno al primo ministro britannico David Cameron.

Cameron ha recentemente deciso di scendere in guerra contro le tecnologie crittografiche capaci di inibire l’intercettazione delle comunicazioni ai cyber-bobby di Sua Maestà, una posizione che è stata interpretata dai media come la volontà di mettere al bando tutte le tecnologie che fanno uso di protocolli crittografici, ambizione pressoché impossibile da mettere in pratica .

Il Prime Minister britannico si è spesso distinto per le posizioni radicali, roboanti e grossolane riguardo a tecnologia ed economia digitale, ma questo non gli impedisce di perseverare per la sua strada e di cercare il supporto della Casa Bianca per la sua crociata anti-crittografica vera o presunta, che sia.

Neanche a dirlo, al di là dell’Atlantico le posizioni pubbliche dell’intelligence sono ancora meno favorevoli all’uso diffuso delle tecnologie crittografiche. Ma documenti riservati messi ora a disposizione da Edward Snowden mostrano che lo US National Intelligence Council fin dal 2009 ritiene la cifratura la migliore arma di difesa da cracker di stato e cani sciolti.
Quando poi la NSA viene colta con le mani nella marmellata, cioè con una nota backdoor supportata ufficialmente nell’algoritmo Dual_EC_DRBG , allora il governo fa pubblica ammenda con solo qualche mese di ritardo sul fatto.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 16 gen 2015
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