Auto senza pilota, il Regno Unito ci mette il bollino

Auto senza pilota, il Regno Unito ci mette il bollino

Le autorità legalizzano la sperimentazione delle auto senza pilota, con i primi mezzi in forma compatta che scorrazzeranno presto sulle strade britanniche. Con a bordo un guidatore in carne e ossa, per precauzione
Le autorità legalizzano la sperimentazione delle auto senza pilota, con i primi mezzi in forma compatta che scorrazzeranno presto sulle strade britanniche. Con a bordo un guidatore in carne e ossa, per precauzione

Dalle autorità britanniche arriva l’ok definitivo alla sperimentazione delle automobili senza pilota, un settore che promette bene sia sul fronte dello sviluppo tecnologico che dal punto di vista economico. Il Regno Unito vuole essere fra i primi ad imboccare la strada delle “driverless car”, dovunque porti.

Il governo di Londra ha stabilito di voler adottare un approccio “leggero” e non-regolatorio alle auto senza pilota, garantendo alle aziende interessate la possibilità di testare i veicoli robotici, ma con la precauzione aggiuntiva di un guidatore in carne e ossa che possa prendere il controllo del mezzo in caso di necessità.

Il ministro UK dei trasporti Claire Perry sostiene senza mezzi termini che le driverless car “sono il futuro”, e rappresentano una tecnologia in grado di mutare radicalmente la circolazione dei mezzi sulle strade pubbliche. Un “codice di condotta” per le aziende, flessibile e meno rigido rispetto alle regole degli altri paesi (USA), verrà pubblicato entro la primavera.

I primi, attesi test delle driverless car britanniche sono già stati programmati sulle strade di Bristol, Coventry, Milton Keynes e nel quartiere londinese di Greenwich: alcuni dei mezzi sapranno stupire i cittadini con le loro forme tanto differenti dalle automobili di uso comune.

meridian shuttle

Che le driverless car rappresentino il futuro o meno, certo è che l’ interesse delle aziende hi-tech per il settore è forte e gli investimenti in ricerca, sviluppo e finanziamento accomunano aziende dagli interessi diversi come Uber e Google . Non manca naturalmente chi teme i rischi alla sicurezza pubblica derivanti dal possibile abuso della nuova tecnologia.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
12 feb 2015
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