Artemis, super-banda wireless a San Francisco

Artemis, super-banda wireless a San Francisco

La startup che vuole reinventare le connessioni cellulari è pronta a dare un assaggio della propria tecnologia nella Bay Area di San Francisco. Tutti possono partecipare, a patto di avere una connessione a fibra ottica in casa
La startup che vuole reinventare le connessioni cellulari è pronta a dare un assaggio della propria tecnologia nella Bay Area di San Francisco. Tutti possono partecipare, a patto di avere una connessione a fibra ottica in casa

È quasi arrivato il momento del test sul campo per Artemis, startup statunitense che ha sviluppato la tecnologia pCell proponendo un paradigma infrastrutturale alternativo a quello delle stazioni base usate attualmente per le celle della telefonia mobile.

La società ha infatti confermato di aver stretto una partnership con Dish Network, fatto che le permetterà di accedere (in leasing) a una quantità di spettro elettromagnetico sufficiente per il beta testing di pCell nella Bay Area di San Francisco. La città dove tra l’altro Artemis ha sede.

Il sistema pCell usa un tipo di stazioni base alternativo chiamato pWaves, una tecnologia che funziona secondo un principio diverso rispetto alle stazioni cellulari tradizionali: se queste ultime riempiono lo spazio con il loro segnale radio, l’alternativa pWaves si focalizza su un singolo dispositivo ricevente. Un maggior numero di stazioni pWaves disponibili in zona implica la possibilità di accedere a una banda di rete superiore.

La tecnologia pCell è compatibile con gli attuali terminali dotati di connettività LTE, quindi gli utenti interessati a provare i servizio non dovranno far altro che procurarsi una SIM Card fornita da Artemis. L’infrastruttura del test sarà a basso costo e di tipo “distribuito”, basata sull’installazione volontaria di stazioni pWaves (operazione non più complicata del montaggio di un’antenna parabolica satellitare, dice la società) su balconi o tetti. Il requisito fondamentale per i volontari è però la presenza di una connessione in fibra ottica per garantire sufficiente banda agli utenti in mobilità.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 25 feb 2015
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