AGCOM, un anno di inibizioni

AGCOM, un anno di inibizioni

L'industria segnala violazioni, in molti si adeguano alle rimozioni, i siti pirata subiscono le inibizioni ordinate agli ISP: l'attività antipirateria dell'authority ferve nei numeri di AGCOM, ad un anno dall'approvazione del Regolamento
L'industria segnala violazioni, in molti si adeguano alle rimozioni, i siti pirata subiscono le inibizioni ordinate agli ISP: l'attività antipirateria dell'authority ferve nei numeri di AGCOM, ad un anno dall'approvazione del Regolamento

È trascorso un anno da quando è entrato in vigore il regolamento AGCOM , lo strumento di cui l’Italia si è dotata per soffocare la pirateria in Rete: da un anno, nonostante le polemiche, l’autorità amministrativa dispone inibizioni dell’accesso di siti Web ritenuti latori di contenuti messi a disposizione illegalmente, filtrando le istanze dei detentori dei diritti, ordinando ai fornitori di connettività di far calare i filtri.

Il bilancio di AGCOM giunge dopo mesi di sollevazioni da parte dei consumatori e di certa parte della stampa, soggetti che si sono rivolti al TAR del Lazio per ottenere una valutazione di legittimità e hanno ottenuto di confrontarsi con la Corte Costituzionale, che ancora deve esprimersi in materia. AGCOM, però, continua imperterrita a perseguire la propria missione macinando segnalazioni da parte dei detentori dei diritti, avviando procedimenti nei confronti dei siti contestati, disponendo ordini e archiviazioni .

I numeri relativi al primo anno di attività del “Regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica” sono stati presentati in occasione della quinta riunione del Comitato per lo sviluppo e la tutela dell’offerta legale di opere digitali, istituito per equilibrare il versante repressivo del Regolamento sollecitando il mercato a sviluppare un’offerta legale che sappia competere con la pirateria. Nell’ambito di questa riunione si è però fatto il punto sulla repressione, operata per “arginare il fenomeno della pirateria, tenendo ben presente i criteri di proporzionalità, gradualità ed efficacia dell’azione amministrativa”. Sono 209 le istanze pervenute , 207 relative a violazioni denunciate per siti Internet, 2 per servizi di media audiovisivi: il 42 per cento ha riguardato opere audiovisive, il 23 per cento opere fotografiche, il 14 per cento opere sonore, il 12 per cento opere editoriali, mentre meno del 10 per cento delle segnalazioni è stato relativo ad opere letterarie, software e videogiochi.

L’authority ha dato seguito a 134 istanze , avviando i relativi procedimenti: più della metà dei procedimenti è stato istruito secondo le schema ordinario, mentre il restante 43 per cento è stato giudicato meritevole di essere affrontato con rito abbreviato , che in caso di “ipotesi di violazione grave e di carattere massivo” prevede la risoluzione entro 12 giorni lavorativi.
La risposta dei soggetti interessati è stata collaborativa nel 55 per cento dei procedimenti, chiusi con un adeguamento spontaneo e la rimozione del contenuto oggetto di segnalazione da parte dei detentori dei diritti: AGCOM lo considera “un dato incoraggiante che testimonia un effetto positivo del regolamento in termini di aumentata percezione della legalità”. Il 35 per cento dei procedimenti , invece, ha richiesto l’intervento dei fornitori di connettività: su questi casi, riguardanti tutti “violazioni gravi”, sono calati i filtri DNS degli ISP. Il restante 10 per cento dei casi è risultato in una archiviazione “per insussistenza della violazione” contestata oppure perché AGCOM “non ha ritenuto proporzionata alla violazione accertata la misura dell’inibizione dell’accesso ad interi siti”.

L’attività inibitoria di AGCOM ha raccolto il plauso dell’industria della musica e dell’audiovisivo: la Federazione contro la Pirateria Musicale e multimediale (FPM) ha ottenuto 15 blocchi di siti su 15 istanze presentate, piattaforme che operano a livello globale rese inaccessibili dall’Italia insieme ai 5 milioni di link a brani musicali messi a disposizione illegalmente; la Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (FAPAV) vanta invece 18 istanze su 20 concluse con un ordine di inibizione.

Le attività dell’autorità amministrativa non sono l’unico strumento di contrasto alla pirateria imbracciato dall’Italia: c’è anche l’operato della forze dell’ordine e della magistratura, che dopo indagini e sedute in tribunale giungono talvolta allo stesso risultato delle inibizioni, disposte nel corso dell’anno anche per grossi snodi del mercato pirata, come la coppia ddlhits.com e ddlstorage.com , modello di business capace di far fruttare la combiazione tra il sito raccoglitore di link e il corrispettivo cyberlocker, disposte per tentare di sopprimere l’instancabile reincarnarsi dei domini pirata. Sono proprio le inibizioni, che l’Italia ha ormai abbracciato come una procedura ordinaria appannaggio di autorità giudiziaria ed amministrativa , ad aver ripulito lo Stivale dallo stigma di stato canaglia affibbiato dall’industria dei contenuti statunitense, sono le inibizioni ad essere ritenute un modello da imitare, tanto dagli States quanto dalla Francia , che negli anni ha rinunciato al radicale prospettiva della risposta graduale volta colpire con la disconnessione i netizen che indugiassero sulle reti P2P per puntare più in alto, al business della pirateria.

L’attività di AGCOM a tutela del diritto d’autore, lo prevedeva il Regolamento, consta anche di altre attività, tra cui la promozione dell’offerta legale e l’incoraggiamento all’adozione di codici di autoregolamentazione in seno all’industria di settore: se l’industria ha saputo avviare una collaborazione per fare terra bruciata intorno al business delle violazioni coinvolgendo gli operatori dell’advertising, la promozione dell’offerta legale secondo alcuni stenta ancora a decollare. FIMI ha osservato però che “la crescita dell’offerta legale online in Italia è aumentata del 23 per cento nel 2014”: il mercato dello streaming musicale , ad esempio, ha saputo farsi largo alla conquista delle platee degli utenti rispondendo alle loro esigenze, indipendentemente dalle iniziative delle autorità.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
1 apr 2015
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