Per porre rimedio al naturale logorio dei moderni circuiti elettrici, esperti indiani hanno pensato a un sistema in grado di riparare automaticamente i collegamenti senza alcun intervento esterno. L’idea è di fornire capacità auto-rigeneranti ai circuiti impiegati in condizioni estreme, anche se al momento i risultati ottenuti non sono ancora ottimali.
I circuiti elettrici possono cedere, interrompersi o danneggiarsi in seguito a stress termico, meccanico o elettrico, spiegano i ricercatori, e il meccanismo di auto-riparazione ideato dagli esperti dell’Istituto Indiano delle Scienze di Bangalore prova a “metterci una pezza” tramite l’impiego di un olio a base di silicio con proprietà isolanti.
Il composto oleoso contiene microscopiche particelle di rame o nanotubi di carbonio polarizzati, una soluzione che in condizioni normali rimane inerte; nel caso di un guasto, invece, le nanoparticelle vengono attirate dal campo elettromagnetico generato dall’interruzione e tendono naturalmente a migrare per “riparare” il danno.
Le particelle sono mosse dalla necessità di compensare il guasto nei circuiti dalla loro stessa carica elettrica positiva, e i ricercatori definiscono questa capacità come un processo termodinamico in grado di orientarsi in un labirinto; il campo elettrico è più forte lungo la spaccatura tra i circuiti, ed è la guida seguita dalle particelle per ripristinare il contatto.
Stabilito il principio di funzionamento di base, ai circuiti auto-riparanti dei ricercatori indiani manca ora letteralmente la sostanza: al momento, i contatti che le nanoparticelle sono in grado di ristabilire non sono in grado di condurre una corrente molto forte, né risultano particolarmente robusti sul lungo termine.
Alfonso Maruccia