Chi dà le Smart Card ai commercialisti?

Chi dà le Smart Card ai commercialisti?

Se lo chiede un lettore, alle prese con quanto deciso dal suo datore di lavoro in una piccola azienda dove l'uso personale della card di identificazione e autenticazione non è più tanto... personale
Se lo chiede un lettore, alle prese con quanto deciso dal suo datore di lavoro in una piccola azienda dove l'uso personale della card di identificazione e autenticazione non è più tanto... personale


Roma – Salve! Lavoro in una delle cosiddette PMI del “nordest”, svolgendo mansioni “tecnologiche varie”.
Tempo fa (anche approfittando del biglietto omaggio che ho sbafato a Punto Informatico, che sviolino allegramente per questo) ho potuto avere una infarinatura riguardo alla Smart Card, al webbit del 2003, sia dal punto di vista di Infocamere che dal punto di vista di un legale.

C’erano già allora delle perplessità da parte di tutti per vari motivi, ma chi ci spiegava ha messo bene in chiaro le cose: dalla data taldeitali sarà OBBLIGATORIO , per le aziende che devono avere determinati rapporti burocratici con la pubblica amministrazione, servirsi della firma digitale, che attualmente è quella che si ottiene usando la smart card di Infocamere, e di rispettare determinate regole e procedure. La data fatidica è venuta e passata.

A suo tempo ho avuto l’insano ardire di lasciare l’informativa in amministrazione, pensando “si interesseranno, è materia loro”. Risate a profusione: è probabile che l’abbiano gettato via perchè la carta era troppo liscia per gli unici scopi che avevano preso in considerazione per quel foglietto.
Ogni tanto penso: chissà come faranno… ma se ancora non mi hanno chiamato per sapere qualcosa (unico metodo ammesso per le innovazioni, mai in anticipo!), si vede che li ho sottovalutati: che arrogante che sono, pfui!

Ieri mi chiama la segretaria e mi fa “qui… il direttore dice che gli è arrivato da rinnovare questo coso… non so… infocamere… smartcard… che lui non ne sa niente, che lui non ha niente…”. Perfetto. Leggo la lettera, dalla quale si evince chiaramente che la smart card è stata consegnata eccome e pure parecchio tempo fa, probabilmente in omaggio.

Chiamo il numero dell’assistenza per verificare (con il codice fiscale) se è mai stata consegnata al mio capo: non solo è stata consegnata ma è stata rinnovata il 29 del mese scorso. Ah. E chi l’ha rinnovata se il direttore non sa nemmeno di averla?

Chissà se qualcuno ha idea di cosa significhi che la smart card sostituisce la firma autografa e che un documento firmato con smart card non è ripudiabile, che non si deve cedere la card e men che meno il pin . A quanto ricordo ci avevano detto che è espressamente vietato cedere card e pin a terzi e che, in ogni caso, questi terzi , nel momento in cui firmassero un documento con le nostre credenziali sarebbe proprio come se a firmare fossimo stati noi.

Immagino che l’unico che possa far uso per conto della nostra azienda di questo servizio sia il commercialista. Ma non dovrebbe avere LUI, nelle sue mani, card e pin, io credo. Un uso ragionevole ed utile che mi sono immaginato, da parte di un commercialista, è un invio telematico dei documenti di sua competenza al cliente, il quale firma e restituisce; oppure, ancora più facile in zone di provincia: il commercialista che manda il suo galoppino con un portatile, un gprs e il lettore di card e fa firmare i clienti che estraggono prontamente la smartcard, digitano il codice e salutano.

Ho informato il direttore e gli ho chiesto di rendersi conto di persona.

Nel frattempo il commercialista è diventato il padrone dei nostri stabili e pure padrone di casa del mio capo. Ma come ha fatto?

Lettera firmata

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Pubblicato il
6 feb 2004
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