Internet.org apre a tutti

Internet.org apre a tutti

Sviluppatori e imprenditori potranno proporre i loro servizi attraverso la piattaforma di Facebook, che li veicolerà senza costi di connettività. La net neutrality è salva?
Sviluppatori e imprenditori potranno proporre i loro servizi attraverso la piattaforma di Facebook, che li veicolerà senza costi di connettività. La net neutrality è salva?

Il progetto Internet.org , pensato da Facebook per innervare di connettività le aree del mondo afflitte da digital divide e fornire dei servizi online senza costi aggiuntivi per gli utenti, evolverà verso una prospettiva improntata all’apertura: lavorare con una cerchia ristretta di partner selezionati ha esposto l’iniziativa a critiche capaci di appannarne la reputazione, ma si trattava solo di un punto di partenza.

A ridosso delle polemiche sollevate in India, che hanno spinto alcuni partner dell’iniziativa ad abbandonare il progetto, non intenzionati ad avallare un piano non rispettoso della neutralità della Rete, Facebook ha annunciato dunque una nuova direzione per Internet.org. La piattaforma di Zuckerberg continuerà a mettere a disposizione connettività gratuita, con il supporto degli operatori, ma i servizi investiti dal progetto non si limiteranno a pochi partner selezionati e alle funzioni che orbitano intorno al social network .

“Il nostro obiettivo con Internet.org è quello di lavorare con più sviluppatori e imprenditori possibile per estendere i benefici della connettività alle diverse comunità locali. – spiega Facebook – Per farlo, offriremo servizi attraverso Internet.org in maniera più trasparente e inclusiva”: l’iniziativa si aprirà alle proposte di terze parti , che saranno selezionate sulla base di parametri tecnici e sulla base degli obiettivi proposti. “Stiamo costruendo una piattaforma aperta – assicura il social network – e chiunque aderisca alle linee guida vi potrà partecipare”.

I criteri per candidarsi alla conquista di mercati emergenti con la mediazione dell’iniziativa di Facebook sono tre. In primo luogo, le intenzioni: “i servizi dovranno incoraggiare l’esplorazione dell’intera Internet, dove possibile”, così che gli utenti raggiunti non siano confinati in un servizio a se stante ma possano familiarizzare con la Rete e intuirne le potenzialità. Le proposte, poi, dovranno rispondere a criteri di sostenibilità e di efficienza nel consumo di traffico dati, così da non sovraccaricare l’infrastruttura messa a disposizione: è possibile sviluppare servizi utili ai netizen senza fare appello a VoIP e trasferimenti di file, a video e foto avidi di banda. Le specifiche tecniche, delineate nei dettagli , saranno altrettanto determinanti nella selezione: i servizi partner dovranno essere tagliati su misura di smartphone e feature phone , senza ricorrere a JavaScript, a Flash e a soluzioni SSL/TLS/HTTPS.

“Si doveva pur partire da qualcosa – ha ribadito Zuckerberg nel video di presentazione – così abbiamo lanciato l’iniziativa con dei partner che hanno voluto lavorare con noi alla missione di connettere il mondo. Ma da ora in poi lavoreremo con chiunque voglia unisri a noi.” Facebook, attraverso il dirigente Chris Daniels, ha confermato che il piano mira alla massima inclusività e ha delle prospettive concrete: “offrire ai consumatori una maggiore libertà di scelta li incoraggerà ad esperire certi servizi che risulteranno loro utili e ad esplorare la Rete”, prospetta Daniels, così che quella che ora è una partnership fondata su accordi non remunerativi si trasformi naturalmente in un modello di business nel momento in cui “gli utenti pagheranno per i dati, a vantaggio degli operatori” che ora mettono a disposizione la piattaforma Internet.org gratuitamente.

Le polemiche però, non appaiono sopite : Internet.org, secondo gli attivisti della campagna indiana SaveTheInternet.in, innescherà la competizione fra i fornitori di servizi, che faranno a gara per prendere parte alla piattaforma, e l’unico soggetto ad avvantaggiarsi sarà Facebook, che potrà approfittare dei dati dei nuovi utenti . Daniels ha già ribattuto per tentare di contenere i timori: “Sappiamo a quali servizi gli utenti accedono, abbiamo delle informazioni a riguardo. Ma tutto è governato dalle policy standard di Facebook”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
4 mag 2015
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