Twitter, liste nere condivise

Twitter, liste nere condivise

Le blocklist che annoverano gli stormi di account molesti si possono ora scambiare: le reti di conoscenti potranno fare fronte comune per combattere noie e minacce
Le blocklist che annoverano gli stormi di account molesti si possono ora scambiare: le reti di conoscenti potranno fare fronte comune per combattere noie e minacce

Sono gli utenti i migliori giudici nel determinare il valore dei cinguettii e nell’individuare quegli account che costituiscono solo un elemento di disturbo: è sulla base di questa convinzione che Twitter ha messo a disposizione la possibilità di condividere fra utenti le liste nere, finora personali.

Le funzioni per creare e gestire le blocklist sono disponibili da mesi sulla piattaforma, fra le prime manifestazioni della volontà, poi sistematizzata in numerose iniziative , di bonificare il servizio di microblogging dalle brutture che allontanano gli utenti e impensieriscono gli inserzionisti. A partire da queste funzioni di blocco, sviluppatori indipendenti si erano già attrezzati per dotare gli utenti di strumenti come BlockTogether , che offrivano la stessa possibilità di importare e esportare blocklist che ora Twitter ha deciso di offrire in prima persona.

La funzione, che verrà distribuita da qui ai prossimi giorni per tutti gli utenti, consente di esportare e importare le liste nere, che Twitter permette di scambiare sotto forma di un file .csv che include i soli ID degli account estromessi. Per gestire il contenuto della lista è necessario operare dalle impostazioni per gli account bloccati sulla piattaforma.

Twitter incoraggia dunque gli utenti ad organizzarsi collettivamente per neutralizzare spammer, troll e guastatori, individuati sulla base della comune sensibilità e dei comuni interessi condivisi dalle reti di contatti. Lo strumento è ancora abbastanza rudimentale, non consente ad esempio la sincronizzazione degli aggiornamenti fra gli utenti che condividano le stesse liste, ma Twitter assicura di “essere al lavoro su ulteriori strumenti in grado di garantire agli utenti maggiore controllo”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
11 giu 2015
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