Mega, operazione trasparenza

Mega, operazione trasparenza

Anche la piattaforma che sposa hosting e privacy snocciola numeri sulle proprie attività: per dimostrare la propria legalità e convincere il mondo di come gli utenti ne fruiscano per scopi legali
Anche la piattaforma che sposa hosting e privacy snocciola numeri sulle proprie attività: per dimostrare la propria legalità e convincere il mondo di come gli utenti ne fruiscano per scopi legali

Il servizio di file hosting Mega opera nel rispetto dei propri utenti e nel rispetto dei detentori dei diritti d’autore, nel rispetto delle leggi in materia di privacy e copyright e nel rispetto degli ordini delle autorità, senza tradire le proprie promesse di libertà e riservatezza: per dimostrarlo, allineandosi ai colossi della Rete che periodicamente condividono i dati sulle proprie attività, ha pubblicato il suo primo Transparency Report.

Nel comunicato in cui illustra le proprie policy e le proprie attività, Mega premette di essere stato sviluppato per rispettare appieno il quadro normativo neozelandese, poiché la Nuova Zelanda è il paese in cui ha sede legale, ma assicura di aver lavorato a lungo per fare in modo di rispettare anche le leggi dei paesi degli utenti che accoglie, in primo luogo quelle degli Stati Uniti, sulla base delle quali il predecessore Megaupload è stato costretto alla chiusura, ma anche il regime di responsabilità che in Europa vige sulla base della Direttiva sul commercio elettronico. Mega ricorda di non essere al corrente dei file che gli utenti caricano sui suoi server, in virtù del sistema di cifratura che lo caratterizza, ricorda di non poter dispiegare filtri preventivi sia perché la mole dei contenuti che ospita non lo permetterebbe, sia soprattutto perché la legge non prevede che sia la piattaforma a giudicarne la legalità. Spiega però di recepire nel giro di poche ore ogni rimostranza che i detentori dei diritti avanzino in relazione ai link pubblici ai contenuti caricati dai suoi utenti, e di essere aperto ad una procedura di contraddittorio a favore degli utenti giudicati responsabili dei caricamenti illegali.

Richieste takedown

“Il numero di richieste di rimozione pervenute a Mega – si spiega nel report osservando i dati rilevati dal 2013 al maggio 2015 – riguarda una percentuale molto piccola e in continua riduzione rispetto al numero totale dei file che ospita”. Dei 5 miliardi di file che risiedono sui server della piattaforma, nello scorso mese di maggio è stato rimosso lo 0,002 per cento.

Mega, per offrire garanzie ai detentori dei diritti, prevede nelle proprie policy che gli utenti che si dimostrino recidivi nella violazione del diritto d’autore vengano sospesi dopo 5 rimozioni dei file che abbiano caricato: dalla fondazione al mese scorso, sono 29.213 gli utenti estromessi dalla piattaforma.

Nel report si sottolinea inoltre che le aspettative di privacy che il servizio alimenta presso l’utenza devono necessariamente confrontarsi con le leggi e con le esigenze delle autorità: in questa prospettiva, l’azienda si adegua alle normative neozelandesi e segnala di essere aperta a prendere in considerazione richieste provenienti da altri paesi. Si tratta però di eventualità molto rare: nel 2013 Mega ha ricevuto una sola richiesta, non soddisfatta, da parte delle autorità neozelandesi; nel 2014 le richieste sono state 6, tutte provenienti dall’estero e per la maggior parte avanzate dalle autorità (due le richieste da parte di aziende, una di un singolo cittadino), solo due delle quali sono sfociate nella consegna di dati.

Mega promette di aggiornare periodicamente il proprio report dedicato alla trasparenza, così da confermare la fiducia di utenti e autorità nei confronti di un servizio spesso bollato come piattaforma pirata.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
16 giu 2015
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