Facebook studia la musica e paga per i video

Facebook studia la musica e paga per i video

Il social network è in contatto con i discografici: starebbe valutando la possibilità di competere anche sul mercato musicale, mentre consolida i legami con i produttori di video
Il social network è in contatto con i discografici: starebbe valutando la possibilità di competere anche sul mercato musicale, mentre consolida i legami con i produttori di video

Facebook, secondo indiscrezioni, avrebbe avvicinato con le maggiori etichette discografiche per sondare il terreno del mercato dello streaming musicale . Tra i prossimi progetti del social network, quindi, non ci sarebbero solo lo sviluppo di un ricco ecosistema mobile e le ambizioni enunciate nel corso dell’ ultima sessione di Q&A di Zuckerberg, ma anche l’idea – per il momento ancora in fase di analisi – di entrare in competizione con i servizi di intrattenimento che ruotano intorno alla musica.

Per questo Facebook avrebbe aperto il dialogo con Sony Music Entertainment, Universal Music Group e Warner Music Group mostrando il suo possibile interessamento nei confronti del mercato della musica: si tratta ancora di un progetto lontano dal concretizzarsi, e non ci sono ancora informazioni circa la forma che eventualmente assumerà.

La base di un potenziale modello di business , però, sembra risiedere nel fatto che il tempo trascorso su Facebook dai suoi oltre 1,44 miliardi di utenti giornalieri, ed dai quasi 800 milioni che si connettono da mobile, è notevole, circa 40 minuti al giorno negli Stati Uniti. Si tratta di una caratteristica che può essere sfruttata ed incentivata offrendo servizi ad hoc. La stessa idea, insomma, che c’è dietro Facebook Video e ad Instant Article .

Certo, sul fronte dello streaming musicale, eventualmente, Facebook dovrà vedersela con altri agguerriti concorrenti: Spotify , Apple e Google , ma anche Amazon e Microsoft, tutte in anticipo sul social network.

Anche per questo Facebook si sta muovendo con riguardo e diplomazia, valorizzando le tendenze che la vedono affermarsi nel settore dei contenuti di intrattenimento: intessendo i rapporti con i produttori di contenuti, per esempio, sta lanciando idealmente la sfida a YouTube offrendo il 55 per cento degli introiti pubblicitari generati da un video con il suo autore .

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
2 lug 2015
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