Facebook, droni Aquila pronti a spiegare le ali

Facebook, droni Aquila pronti a spiegare le ali

I droni alimentati da energia solare per combattere il digital divide sono pronti alla sperimentazione, insieme al sistema di connettività da 10Gbps mediato dai laser
I droni alimentati da energia solare per combattere il digital divide sono pronti alla sperimentazione, insieme al sistema di connettività da 10Gbps mediato dai laser

Facebook ha completato il primo prototico di UAV a energia solare per portare connessione Internet ad alta velocità alle zone digital divise: è pronto per il volo in cui lo accompagneranno una serie di droni in scala 1/10 a scopo di testing.

aquila

Proprio mentre Google si accorda con lo Sri Lanka per far lanciare i propri palloni aerostatici verso la stratosfera, Facebook fa la sua mossa contro il digital divide facendo esordire ufficialmente i suoi droni a larga apertura alare.


Gli UAV del social network, chiamati in codice “Aquila”, dal mito greco dell’aquila che trasportata i fulmini di Giove, sono alimentati ad energia solare e per farlo contano su un’ apertura alare di 140 piedi , pari a quella di un Boeing 737, tappezzata di celle solari e collegamento a poche batterie: il tutto in un dispositivo in fibra di carbonio a forma di “V”, che pesa tra le 880 e le 1.000 libbre (poco più di 455 chilogrammi).

Come spiega il responsabile della sua progettazione, l’ingegnere Jay Parikh, “se vi aspettate uno di quei piccoli quadricotteri, non è affatto quello che abbiamo costruito”, anche perché Aquila è stato studiato per sfruttare l’energia solare, per durare a lungo e poter volare più in alto dello spazio aereo commerciale e degli elementi atmosferici che possono creare disagi: per questo l’apertura alare da gigante dei cieli.

L’iniziativa di Facebook rientra nel progetto Internet.org ed ha lo scopo di portare la connettività nelle aree del mondo non ancora raggiunte dai servizi ordinari di accesso alla Rete: le Aquile di Facebook saranno infatti dotate di dispositivi laser per innervare con una connessione da 10 GB al secondo una zona di circa 50 miglia, tra i 60mila ed i 90mila piedi più in basso

“Si tratta di un progetto importante – ha dichiarato con orgoglio Zuckerberg presentando la sua Aquila – perché circa il 10 per cento della popolazione mondiale vive in aeree senza infrastrutture Internet: per connettere a costi contenuti tutti, abbiamo quindi bisogno di tecnologie completamente nuove”.

D’altra parte Facebook ha anche specificato che non vuole agire diventando un vero e proprio Internet Service Provider, ma vuole invece collaborare con i carrier esistenti in modo tale che questi abbiano accesso ai suoi droni e tramite di essi forniscano la connessione a alla popolazione che risiede in aree remote non raggiunte dalle infrastrutture esistenti.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
31 lug 2015
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