Sulla ISS si mangia insalata spaziale

Sulla ISS si mangia insalata spaziale

Gli attuali abitanti della Stazione Spaziale Internazionale consumeranno, per la prima volta in assoluto, foglie di lattuga coltivata e cresciuta direttamente in loco. Per mettere alla prova il sapore - e i nutrienti - della verdura a gravità zero
Gli attuali abitanti della Stazione Spaziale Internazionale consumeranno, per la prima volta in assoluto, foglie di lattuga coltivata e cresciuta direttamente in loco. Per mettere alla prova il sapore - e i nutrienti - della verdura a gravità zero

I membri della Spedizione 44, attualmente presenti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), avranno in queste ore l’onere e l’onore di assaggiare le prime foglie di lattuga fatta crescere in condizioni di microgravità. Un esperimento essenziale, dice NASA, soprattutto nell’ottica dei viaggi interplanetari di lunga durata verso Marte e oltre.

La lattuga in oggetto fa parte dell’esperimento Veg-01, pensato per studiare la funzione e le “performance” degli apparati ideati dall’agenzia spaziale statunitense per la crescita delle piante a partire dai semi. Un primo raccolto è già stato inviato sulla Terra a fini di studio.

Gli astronauti della ISS mangeranno una qualità di lattuga romana rossa spuntata dopo un periodo di crescita di 33 giorni, un pasto “organico” che andrà però consumato solo dopo averla opportunamente ripulita e che verrà dedicato, per metà, a un procedimento di surgelamento prima del ritorno dei campioni al suolo.

La microgravità della stazione spaziale influenza in maniera radicale il processo di crescita di piante e vegetali in orbita, e i ricercatori di NASA sono da decenni impegnati a valutare le conseguenze del nuovo ambiente su organismi abituati da milioni di anni a rispondere agli stimoli della gravità e dei raggi solari irradiati dall’atmosfera terrestre.

Veg-01, l’insalata di lattuga dei membri della Spedizione 44 e gli altri esperimenti in microgravità sono in ogni caso di importanza capitale per la ricerca scientifica, dicono dall’agenzia USA, visto che un sistema vegetale autosufficiente ha buone possibilità di diventare un componente importante negli scenari futuri dell’esplorazione spaziale lontano dal pianeta Terra.

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 10 ago 2015
Link copiato negli appunti