Per la Russia, Wikipedia è come fumo negli occhi

Per la Russia, Wikipedia è come fumo negli occhi

Il Cremlino continua la sua battaglia per il controllo di Internet. Stavolta per una pagina su una varietà di Hashis minaccia di bloccare l'enciclopedia libera
Il Cremlino continua la sua battaglia per il controllo di Internet. Stavolta per una pagina su una varietà di Hashis minaccia di bloccare l'enciclopedia libera

Le autorità russe hanno chiesto all’Internet Service Provider responsabile di bloccare l’accesso ad una pagina di Wikipedia . Una richiesta che – in conseguenza dei protocolli https adottati da Wikimedia – potrebbe costare la chiusura totale dell’encliclopedia libera nel Paese. La questione, spinosa, pare comunque già rientrata grazie al prodigarsi degli editor.

Al centro del contendere c’è la pagina Wikipedia dedicata al charas , un tipo di hashish come si legge nella stessa, “prodotto dall’estrazione della resina di Cannabis” e che “ha origini prevalentemente indiane”: nonostante non sia chiaro il legame con la Russia e con le sue competenze dirette, un procuratore nel paesino di Chyorny Yar (8mila abitanti) ne ha chiesto la cancellazione, ottenendo ragione dalla Corte locale.

A questo punto è intervenuta Roskomnadzor , l’autorità russa responsabile di Internet, che su istanza del giudice ha chiesto al service provider responsabile il blocco della pagina incriminata: tuttavia il fatto che Wikipedia adotti il protocollo https per rendere sicura la trasmissione dei suoi dati rende difficilmente individuabile tale contenuti e così attraverso un comunicato su Facebook , Roskomnadzor minaccia di dover bloccare completamente l’accesso nel paese all’enciclopedia libera. Ciò anche se dopo le rimostranze delle autorità locali la community di Wikipedia abbia messo mano alla entry, cambiandogli il titolo da “Charas” a “Charas (sostanza narcotica)” e limitando le informazioni ed i dati a quelli ottenuti da riviste scientifiche e rapporti delle Nazioni Unite e con l’indicazione che si tratta di una sostanza bandita in Russia.

Il blocco, dunque, soprattutto rispetto alla non comprensione della reale entità della minaccia rappresentata dalla pagina sulla varietà di Hashis, sembrerebbe dunque una misura spropositata. Tuttavia il Cremlino dimostra così di voler continuare a perseguire con pervicacia la propria politica di controllo dei contenuti online: tra le ultime azioni di Mosca in questo senso vi è il blocco momentaneo di Reddit, una legge sulla privacy che minaccia di mettere alla berlina le pagina web che facciano ironia su volti o nomi di celebrità ed il blocco imposto a Wayback Machine, l’archivio della Rete reo di ospitare la copia cache di una pagina sgradita alle autorità.

Tuttavia ancor più controverse sono le leggi firmate da Putin nel 2014 a partire da quella che equipara i tenutari di diari personali ai direttori dei giornali, la proposta di legge per istituire una vera e propria blacklist dei siti indesiderati alle autorità e/o pericolosi e la normativa che vorrebbe obbligare le multinazionali ICT a conservare i dati dei propri utenti russi in server locali e che ha già spinto Google a programmare di chiudere le sue operazioni ed i suoi uffici nel Paese.

Inoltre la Roskomnadzor sembra aver un conto aperto con l’enciclopedia libera: dal 2012 diversi articoli relativi a droghe e suicidi sono stati bloccati nel Paese. Tuttavia, mentre finora aveva lasciato aperto il dialogo con i rappresentanti di Wikipedia, ora – come riferiscono direttamente quest’ultimi – l’ha chiuso limitandosi a comunicati via Internet.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
25 ago 2015
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