Google e Amazon, la grande abbuffata

Google e Amazon, la grande abbuffata

Mountain View comincia a gestire gli ordini di prodotti freschi, mentre lo store online amplia la propria offerta di consegne a domicilio dai ristoranti. Entrambe sfruttano la propria visibilità per inserirsi in un mercato nascente, prima che ne rimangano solo le briciole
Mountain View comincia a gestire gli ordini di prodotti freschi, mentre lo store online amplia la propria offerta di consegne a domicilio dai ristoranti. Entrambe sfruttano la propria visibilità per inserirsi in un mercato nascente, prima che ne rimangano solo le briciole

Il successo del mercato dei beni alimentari in Rete è ancora tutto da cucinare, fra ambiziose prospettive e una certa esitazione da parte dei consumatori nell’approfittare dei servizi online per ordinare prodotti freschi in Rete. Amazon e Google, dal canto loro, non intendono lasciarsi sorprendere da una attesa esplosione del mercato e dall’avanzata di startup aggressive, sfruttando la loro popolarità nel servire le esigenze dei consumatori della Rete per posizionarsi come punti di riferimento per assolvere anche al bisogno primario di sfamarsi.

Mountain View, che ha annunciato di voler procedere all’espansione del proprio servizio Google Express mettendo in contatto nuovi utenti con nuovi venditori in nuove aree degli USA, sta altresì preparando le proprie mosse per operare anche nell’ambito dei cibi freschi . Secondo le dichiarazioni del dirigente di Google Express Brian Elliott raccolte da Bloomberg , San Francisco e un’altra città statunitense saranno nei prossimi mesi sede delle sperimentazioni in accordo con catene della grande distribuzione e operatori specializzati del settore alimentare: l’obiettivo è consentire ai consumatori di ottenere in poche ore i prodotti desiderati e conosciuti, estendendo l’offerta già in atto per i prodotti non deperibili. Per gli utenti, che possono effettuare un ordine che comprenda ogni genere di prodotto senza doversi rivolgersi ad altri operatori specializzati, ciò si traduce un risparmio sulle spese di consegna, per i venditori, nell’opportunità di estendere la propria offerta e di ottimizzare la logistica delle consegne a domicilio.

Google, da parte sua, sembra ambire a sfruttare la propria posizione di punto di riferimento per orientarsi in Rete per trasformare l’informazione online in azione offline , per nutrire di dati i propri servizi. Un ruolo totalizzante nella vita del consumatore perseguito anche da Amazon, che con il proprio Home Services , dedicato a mettere in contatto la domanda con l’offerta di servizi professionali a domicilio, ha probabilmente spinto Mountain View all’ inseguimento con un’analoga piattaforma incentrata sulla pubblicità locale mediata dal search per i servizi di professionisti come idarulici, elettricisti e via dicendo.

Amazon, avvantaggiata dalla sua natura orientata al commercio, sembra posizionarsi sempre un passo avanti rispetto a Google: il consolidato sistema di gestione della reputazione, la stessa Google lo ha riconosciuto , ha permesso allo store online di diventare un punto di riferimento per i netizen intenzionati a concludere acquisti o anche solo a valutarne l’opportunità .
È questa la leva con cui Amazon sta ampliando la portata dei propri servizi, provando a sostituirsi ai supermercati anche in Italia e anticipando Google con AmazonFresh, che già serve numerose città statunitensi con la consegna di cibi freschi. L’ultimo vantaggio che Amazon si è guadagnata su Google è la consegna di cibo a domicilio direttamente dai ristoranti, agendo da intermediario tra utenti e ristoratori sotto l’egida del servizio di recapito rapido Prime Now: anche in questo caso, il mercato è affollato e le startup che si stanno adoperando nel settore, anche come attività collaterale come avviene per Uber, sono numerose e competitive .

Gaia Bottà

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Pubblicato il
9 set 2015
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