Il Ministero della Difesa passa a LibreOffice

Il Ministero della Difesa passa a LibreOffice

Annunciata la migrazione di centinaia di migliaia di PC alla suite di produttività open source, un'operazione che dovrebbe migliorare l'interoperabilità e garantire risparmi economici sostenuti. Se tutto va bene
Annunciata la migrazione di centinaia di migliaia di PC alla suite di produttività open source, un'operazione che dovrebbe migliorare l'interoperabilità e garantire risparmi economici sostenuti. Se tutto va bene

Il Ministero della Difesa italiano avvierà presto un processo di migrazione a LibreOffice, suite di produttività FOSS “alternativa” alla concorrenza proprietaria e a pagamento (Microsoft Office) che dal prossimo ottobre sarà installata sui PC dell’autorità militare.

La migrazione nasce da un accordo siglato tra Associazione LibreItalia ONLUS e Ministero, impiegherà più di un anno e coinvolgerà la bellezza di 150mila PC: le due organizzazioni coinvolte collaboreranno nella gestione dell’importante switch software, realizzando tra l’altro iniziative di formazione online e attività di comunicazione a titolo volontario (nel caso di LibreItalia) rivolte al personale interno del Ministero.

Il passaggio a LibreOffice permetterà alle autorità di affrancarsi dal software proprietario e di adottare il formato standard Open Document Format (ODF), dice The Document Foundation (TDF), seguirà esperienze analoghe delle pubbliche amministrazioni europee e sancirà il rispetto del DL n. 83 del 22 giugno 2012 che obbliga la Pubblica Amministrazione a “preferire” il software FOSS in alternativa a quello proprietario.

Come sottolinea l’osservatorio sull’open source dell’Unione Europea, inoltre, lo switch della Difesa rappresenta il secondo più significativo abbandono del software proprietario del Vecchio Continente dopo la conversione dei 240mila PC del Ministero degli Interni francese.

La UE ha da tempo dettato la linea per il passaggio al software FOSS nell’ambito delle amministrazioni pubbliche del Vecchio Continente, le autorità europee e continentali hanno aderito con operazioni che hanno segnato risparmi milionari sulle spese per l’IT ma anche false partenze e ritorni all’ovile di Microsoft come nel caso del comune di Pesaro .

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 17 set 2015
Link copiato negli appunti