AMD, un altro trimestre giù

AMD, un altro trimestre giù

Continua il declino apparentemente inesorabile di AMD, un'azienda che incassa solo perdite e svende fabbriche nel tentativo di restare a galla ancora qualche trimestre. Va tutto bene, dice il CEO
Continua il declino apparentemente inesorabile di AMD, un'azienda che incassa solo perdite e svende fabbriche nel tentativo di restare a galla ancora qualche trimestre. Va tutto bene, dice il CEO

AMD ha pubblicato i risultati finanziari per il terzo trimestre del 2015, e per l’azienda non c’è di che gioire: giù i ricavi, di profitti neanche a parlarne e i chip per computer (soprattutto le APU) non si vendono come previsto. Il futuro? Svendite, joint-venture e ottimismo.

Negli ultimi tre mesi, Sunnyvale ha incamerato perdite per 197 milioni di dollari su ricavi complessivi per 1,06 miliardi di dollari, contro i 17 milioni di profitti e ricavi per 1,43 miliardi (-25,8 per cento) registrati nello stesso periodo dell’anno scorso.

AMD tiene a sottolineare che i ricavi trimestre su trimestre sono in crescita del 13 per cento, e che nelle perdite vanno calcolati i costi dovuti alle APU rimaste invendute (65 milioni di dollari): certo è che il terzo trimestre del 2015 è il quarto periodo passato in perdita , e che in 17 anni AMD è arrivata a bruciare qualcosa come 8 miliardi di dollari di valore commerciale.

Il mercato PC è quello che è, e diversamente dalla corazzata di Intel il business di AMD non ha buone prospettive in queste condizioni: per sopravvivere a una tempesta di cui non si vede la fine, Sunnyvale è però disposta a tutto – anche a vendere quel che resta delle sue fabbriche a terzi.

Assieme ai risultati trimestrali, infatti, AMD ha annunciato di aver ceduto l’85 per cento delle proprie strutture di assemblaggio, test e “impacchettamento” di Cina e Malaysia alla corporation cinese Nantong Fujitsu Microelectronics Co Ltd (NFME), un’operazione dal valore di 320 milioni di dollari. Apparentemente i 1.700 dipendenti delle due fabbriche non verranno licenziati, mentre l’attività verrà gestita in joint-venture con la nuova proprietà.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
19 ott 2015
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