Popcorn Time, lo zampino di Hollywood

Popcorn Time, lo zampino di Hollywood

MPAA ha agito contro il principale fork della piattaforma e contro YTS, che la alimentava di contenuti. Sono le ingiunzioni ottenute da Canada e Nuova Zelanda ad aver creato scompiglio
MPAA ha agito contro il principale fork della piattaforma e contro YTS, che la alimentava di contenuti. Sono le ingiunzioni ottenute da Canada e Nuova Zelanda ad aver creato scompiglio

Dietro alla confusione che nelle scorse settimane è calata sul progetto Popcorn Time ci sono gli studios di Hollywood: un manipolo di soggetti afferenti a MPAA ha ottenuto che un giudice canadese ordinasse la chiusura del sito di riferimento del principale fork del servizio, Popcorntime.io, già inibito anche in Italia, e una denuncia si è abbattuta su tre sviluppatori.


I rappresentanti di Popcorntime.io avevano attribuito la cessazione delle attività a certi screzi in seno alla community, prima di riversare il codice della piattaforma dedicata allo streaming di contenuti condivisi a mezzo torrent nel nuovo fork Butter, sganciato dai servizi che organizzano e rendono disponibili i contenuti caricati dai netizen. Ma fin dal lancio della prima manifestazione di Popcorn Time, con il tempestivo abbandono del nucleo originario di sviluppatori, aleggiava il sospetto che l’industria cinematografica si stesse muovendo per sbaragliare il progetto.

Dopo le prime denunce emesse contro i fruitori della piattaforma, emerge ora la strategia adottata degli studios: presso la giustizia canadese il 9 ottobre sono stati denunciati tre sviluppatori del fork popcorntime.io, uno dei quali è descritto come “il più prolifico sviluppatore di Popcorn Time da aprile 2014”. L’industria sottolinea che “le opere disponibili attraverso Popcorn Time sono tipicamente tratte da riproduzioni non autorizzate, Blu-ray e DVD in vendita o destinati alle anteprime, trasmissioni televisive in HD o da altre fonti digitali non autorizzate”: gli utenti ne fruiscono e contribuiscono a condividerle e per questo gli sviluppatori sono accusati di aver agevolato e incoraggiato la violazione del diritto d’autore, anche mettendo a disposizione servizi VPN per proteggere gli utenti da sguardi indiscreti.

Pochi giorni dopo, il 16 ottobre, gli studios hanno ottenuto un’ingiunzione che ha decretato il fermo del sito di riferimento e delle attività ad esso connesse.

Contemporaneamente l’industria muoveva sull’altro fronte del sistema Popcorn Time: YTS , popolare piattaforma torrent dalle cui API Popcorn Time attingeva contenuti , è offline da settimane. MPAA ha agito sulle stesse basi su cui è stato costruito il verdetto di colpevolezza emesso dalla giustizia nel Regno Unito, vale a dire la connivenza tra una piattaforma tecnologica neutrale come Popcorn Time e i servizi che organizzano e razionalizzano i contenuti caricati dagli utenti. Gli studios, con una denuncia del 12 ottobre, hanno ottenuto un’ingiunzione temporanea anche nei confronti di YTS.

“Popcorn Time e YTS sono piattaforme illegali che esistono per una chiara ragione – annuncia ora il CEO di MPAA Chris Dodd – distribuire copie rubate dei più recenti film e show televisivi senza compensare le persone che hanno lavorato tanto duramente per produrli”. “Questa azione legale coordinata – spiega Dodd – è parte di un più vasto approccio adottato da MPAA e dai suoi membri internazionali per combattere il furto di contenuti”.
In attesa che la giustizia faccia il proprio corso, e dia o meno seguito agli intenti di MPAA, l’ affacciarsi in Rete dei primi emuli di YTS dimostra ancora una volta come la crociata dell’industria sia operazione ardua.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 5 nov 2015
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