YouTube si ricicla in musica

YouTube si ricicla in musica

Ad un anno dal debutto di Music Key, ecco YouTube Music: disponibile negli USA, si basa su un modello freemium per mettere a frutto i 50 milioni di brani musicali caricati da utenti e detentori dei diritti
Ad un anno dal debutto di Music Key, ecco YouTube Music: disponibile negli USA, si basa su un modello freemium per mettere a frutto i 50 milioni di brani musicali caricati da utenti e detentori dei diritti

All’indomani del lancio di Apple Music per Android, la prima applicazione sviluppata da Apple per l’OS mobile concorrente, a un anno dal lancio della beta rilasciata sotto il nome di Music Key, YouTube ha presentato Music, la propria app mobile dedicata alla musica per Android e iOS , disponibile per ora solo negli Stati Uniti. Lo sconfinato, apprezzato e faticosamente negoziato patrimonio di musica consumata finora in maniera casuale dai cittadini della Rete viene incanalato in un servizio espressamente dedicato all’ascolto, per la fruizione gratuita e supportata dall’advertising, per la fruizione premium, a pagamento, combinata con il recentemente annunciato YouTube Red, lanciato per ora negli States.

YouTube Music

La varietà del catalogo, 50 milioni di brani provenienti da fonti ufficiali e dagli archivi degli appassionati, sembra costituire il punto di forza di YouTube Music, un calderone razionalizzato in categorie come album, artisti e brani più popolari e proposto agli utenti attraverso una combinazione di curation umana e algoritmi sviluppati per suggerire fin dal primo contatto brani in linea con le proprie preferenze e i precedenti ascolti su YouTube, dalle cover ai live, passando per i mix organizzati per generi. Preferenze dalle quali è possibile discostarsi, con un comando che permette di impostare il grado di novità dei successivi brani, tarato su un sistema elaborato sulla base di Content ID.

Basato su un modello freemium , YouTube Music auspica di monetizzare i propri investimenti: 3 miliardi di dollari sono stati fino ad ora pagati all’industria musicale dal Tubo, attraverso un faticoso processo di negoziazione . Per questo, se il piano base si fonda sull’advertising e su funzioni limitate dopo le prime due settimane di prova, il piano a pagamento, combinato con YouTube Red e con Google Play Music, prevede una sottoscrizione mensile di 9,99 dollari e consente di fruire dell’interminabile flusso di musica senza interruzioni pubblicitarie. Inoltre, la sottoscrizione a pagamento permette di risparmiare su traffico dati e batteria : è possibile ascoltare musica offline scaricata in precedenza sui propri dispositivi mobile fissando un limite all’archiviazione, si può escludere il caricamento del video e fruire degli ascolti in background a schermo spento.

YouTube già vanta un miliardo di utenti: con la verticalizzazione di un servizio affermato a livello generalista auspica di competere sul fertile mercato dello streaming musicale con la piattaforme specializzate come Spotify e i suoi 75 milioni di utenti e la sua offerta freemium, con Apple Music e i suoi utenti che presto dovranno scegliere se rinunciare al servizio o trasformarsi in abbonati paganti. Facebook, che sta disseminando indizi di un analogo movimento di verticalizzazione, potrebbe presto seguire , allineandosi con YouTube sul fronte della musica oltre che sul fronte dei video.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
13 nov 2015
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