Su Emule un giro di pedoporno

Su Emule un giro di pedoporno

Lo ha scoperto la Polizia Postale che, in un blitz in un negozio milanese, ha individuato una postazione internet collegata al celebre sistema di file sharing nel quale condivideva materiali illegali. Un arresto, 131 denunce
Lo ha scoperto la Polizia Postale che, in un blitz in un negozio milanese, ha individuato una postazione internet collegata al celebre sistema di file sharing nel quale condivideva materiali illegali. Un arresto, 131 denunce


Milano – Erano in molti a servirsi dei file che metteva in condivisione un negoziante di materiali informatici di Milano che è stato arrestato ieri in una operazione della Polizia Postale, condivisione che avveniva attraverso la celebre piattaforma peer-to-peer Emule .

Il Servizio Polizia Postale, che ha agito insieme al Servizio Centrale Operativo , ha indagato per un anno attorno alla circolazione di contenuti di pornografia infantile in Italia sulle reti del peer-to-peer cercando di risalire alla “fonte”. Questa sarebbe stata individuata proprio nella postazione informatica del commerciante che, quando i cybercop si sono presentati presso il negozio, era ancora collegata ad Emule dove quei file venivano rilasciati.

Il “network” dello scambio di questi materiali riguardava, secondo la Polizia Postale, ben 131 persone residenti in 15 diverse regioni italiane e che sono tutte state denunciate. Moltissimi i computer sequestrati e gli altri supporti sui quali si trovava materiale illegale.

Ieri, intanto, l’associazione Telefono Arcobaleno tra i siti a contenuto pedopornografico individuati nelle ultime ore, ha denunciato anche un sito italiano che è stato sequestrato nelle ore successive per ordine della Procura della Repubblica di Siracusa. Secondo Telefono Arcobaleno, i siti che propongono questo genere di materiali continuano ad aumentare anche in Italia. E si tratta perlopiù di web commerciali che, secondo l’Associazione, alimentano quello che viene definito “pedobusiness”.

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Pubblicato il
13 feb 2004
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