Tim Cook: Apple in 60 minuti

Tim Cook: Apple in 60 minuti

Dalla manodopera cinese alle tasse, dai lenzuoli stesi sui prototipi alle auto senza pilota: CBS intervista i vertici della Mela ed accede alle stanze dei bottoni di Cupertino
Dalla manodopera cinese alle tasse, dai lenzuoli stesi sui prototipi alle auto senza pilota: CBS intervista i vertici della Mela ed accede alle stanze dei bottoni di Cupertino

Il programma televisivo di CBS “60 Minutes” con Charlie Rose ha intervistato diversi dirigenti di Apple: è stata per loro l’occasione per confessarsi pubblicamente ed aprire una finestra sul lavoro e sul futuro di Cupertino.

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Per quanto la trasmissione non sia riuscita ad ottenere molte anticipazioni sui progetti cui sta lavorando nel concreto Apple, ha rappresentato comunque un modo per fare chiarezza sulle questioni attualmente aperte e le ultime indiscrezioni che circolano intorno ad essa.

L’ intervista , infatti, è partita con Cook che ha parlato dell’eredità e dalla figura di Steve Jobs (di cui ha esaltato la capacità di vedere oltre come nessun altro) ed è proseguita poi con le parole di diversi dirigenti e vertici di Cupertino tra cui Eddy Cue, Jony Ive e Phil Schiller che con il proprio lavoro e le proprie idee contribuiscono a dare vita ai prodotti con la Mela.

Attraverso le loro parole 60 Minutes ha potuto approfondire la catena lavorativa con la Mela, entrando anche fisicamente nella sede di Apple a Cupertino, in attesa del nuovo quartier generale che costerà, si scopre, 5 miliardi di dollari.

Numeri e dettagli che fanno un iPhone
Nel corso del programma, oltre a questo esorbitante costo, si sono dati ulteriori dettagli circa il lavoro a Cupertino: un cruccio di particolare importanza per Apple sembra per esempio essere la fotocamera, costituita da circa 200 pezzi, che scatta una fotografia attraverso 24 miliardi di operazioni e per il cui perfezionamento Apple ha messo al lavoro 800 ingegneri.

I segreti del design e delle auto senza pilota
L’intervistatore è andato molto vicino ai progetti futuri di Apple, invece, quando è entrato nel laboratorio guidato da Jony Ive, responsabile del nuovo design dell’azienda ed i cui tavoli erano tuttavia coperti da lenzuoli per impedire ai giornalisti di “dare un’occhiata” ai nuovi tablet su cui è al lavoro: come per iPhone 6S e 6S Plus, il modello viene scelto tra decine di varianti su cui lavorano uomini di Ive.

Sempre parlando di design, invece, è stata Angela Ahrendts a mostrare qualcosa: una prima versione del prossimo concept di retail store con la Mela.

Più reticente è stato invece il CEO Cook che, su una domanda diretta relativa alle indiscrezioni su auto driverless targate Apple ha detto solo che “una delle cose più grandiose di Apple è che probabilmente ha più segreti della CIA”.

Tasse e spese multinazionali
Il conduttore della trasmissione ha punzecchiato Cook anche riguardo agli aspetti fiscali ed in particolare al fatto che 74 miliardi di fatturato di Apple sono registrati all’estero : Cook non si mette sulla difensiva e anzi attacca, spiegando che due terzi delle attività di Cupertino si svolgono fuori dai confini degli Stati Uniti: portare il fatturato in patria costerebbe il 40 per cento del totale, “non una cosa ragionevole da fare”.

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D’altra parte, Cook spiega che la Cina rappresenta una scelta strategica basata sull’abilità nella produzione e non una questione di risparmio: la Cina, dice il CEO di Apple, è una nazione che produce per molte grandi aziende e che si è specializzata nel farlo, a differenza degli Stati Uniti, dove le aziende ed i lavori hanno ormai perso la vocazione alla costruzione.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
21 dic 2015
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