Il pubblico impegno per la Banda Ultralarga

Il pubblico impegno per la Banda Ultralarga

Nelle aree a fallimento di mercato lo sviluppo dell'infrastruttura sarà affidato a Infratel. 4 miliardi dallo stato per accelerare le operazioni
Nelle aree a fallimento di mercato lo sviluppo dell'infrastruttura sarà affidato a Infratel. 4 miliardi dallo stato per accelerare le operazioni

Lo sviluppo della banda ultralarga italiana nelle aree a fallimento di mercato passerà per l’impegno pubblico , con un progetto da 4 miliardi di euro che deve ancora guadagnare l’approvazione formale dell’Unione europea.

Secondo diverse indiscrezioni , poi confermate dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e presidente del Comitato Banda Ultralarga Claudio De Vincenti, il Governo ha infatti deciso di dare il via alla realizzazione della rete in fibra ottica attraverso Infratel, società pubblica del Ministero dello Sviluppo economico specializzata nella costruzione di reti spente (ovvero scavi, cavidotti e stesura della fibra): questo permetterebbe di accelerare il processo e di evitare l’erogazione di risorse a fondo perduto agli operatori, modalità che potrebbe essere bloccata da Bruxelles in quanto assimilabile ad un aiuto di Stato.

Una volta sviluppata l’infrastruttura, secondo le dichiarazioni raccolte da Reuters , la fibra sarà dunque affidata agli operatori “con contratti d’uso di lungo periodo che saranno regolati, per modalità e tariffe, dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. In questo modo ci sarà parità di trattamento per tutti”. Si tratterà , insomma, di una vera e propria rete di Stato che in quanto tale sarà gestita dal settore pubblico ma accesa dai privati .

De Vincenti ha inoltre riferito che si tratta di un investimento da 4 miliardi di euro : una cifra sicuramente considerevole rispetto alla stima di 12,4 miliardi complessivamente previsti per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale.

Tale modello, in ogni caso, sarebbe limitato alle aree geografiche riconosciute come a fallimento di mercato e identificate come appartenenti al Cluster C (per le quali si stima che gli operatori possano essere interessati ad investire soltanto grazie a un sostegno statale) e al Cluster D (aree a fallimento di mercato per le quali solo l’intervento pubblico può garantire un servizio di connettività a più di 30 Mbps): circa un terzo delle unità abitative collocate nelle aree più marginali del paese, 4.300 comuni, ove risiede il 15 per cento della popolazione italiana. ENEL , oltre a voler competere con gli operatori tradizionali, con il proprio piano ENEL Open Fiber scommetteva proprio su queste aree.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
7 gen 2016
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