Jolla, dal tablet al risarcimento

Jolla, dal tablet al risarcimento

Solo 661 ordini saranno evasi, nonostante la campagna di crowdfunding multimilionaria. Coloro che hanno creduto nel progetto possono sperare in un risarcimento
Solo 661 ordini saranno evasi, nonostante la campagna di crowdfunding multimilionaria. Coloro che hanno creduto nel progetto possono sperare in un risarcimento

È trascorso meno di un mese da quando Jolla, la società finlandese fondata da ex-Nokia nel 2012 come alternativa hardware e software agli ecosistemi dominanti, prometteva a coloro che avevano contribuito finanziariamente allo sviluppo del proprio tablet delle “sorprese positive”. Dei 21.644 finanziatori che hanno investito un totale di 2.571.382 dollari attraverso diverse campagne Indiegogo, si apprende ora, solo 661 potranno mettere le mani sul tablet.

Dopo la scissione avvenuta la scorsa estate in due comparti, l’uno dedicato allo sviluppo e al licensing del sistema operativo Sailfish e l’altro dedicato all’hardware, Jolla si è trovata costretta ad affrontare la crisi , con un dimezzamento dello staff dovuto soprattutto ad un ritardo dei finanziamenti previsti, ottenuti solo nel mese di dicembre. Nel frattempo, nel corso di questa “lotta per la sopravvivenza”, l’azienda aveva iniziato ad imbattersi in problemi con i fornitori delle componenti del dispositivo, innescando ritardi e aumenti delle spese.

In autunno solo 121 tablet erano stati recapitati ai finanziatori della prima ora, e a ricevere il prodotto saranno solo altri 540 contributori che hanno partecipato alla campagna Indiegogo. Ora, spiega Jolla, “è semplicemente troppo tardi per produrre tutti i tablet previsti”: i fornitori non hanno più disponibilità dell’hardware necessario e “non c’è più nulla da fare per rimediare”.

A partire dal mese di febbraio, “non appena ci sarà possibile”, spiega Jolla, verranno recapitate le rimanenti unità del prodotto. Al resto dei finanziatori e a coloro che hanno scommesso sull’azienda con un preordine attraverso il sito ufficiale verranno restituiti i denari investiti: l’azienda prevede di rifondere la metà dei partecipanti alla campagna entro il primo trimestre del 2016 e l’altra metà “nel corso di un anno, situazione finanziaria permettendo”.

Le prospettive, nonostante le speranze riposte nell’interesse nutrito da potenziali partner per il licensing di Sailfish OS 2.0, fra cui il progetto Fairphone , non appaiono definite: “Jolla – ammette l’azienda – sta al momento negoziando con i suoi creditori per dilazionare i tempi di pagamento per fare in modo che tutte le risorse finanziarie siano impiegate in maniera efficiente per assicurare il necessario sviluppo dell’OS”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 1 feb 2016
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