YouTube guarda al live streaming immersivo

YouTube guarda al live streaming immersivo

Per cercare di capire come supportare il caricamento e le dirette di video in VR, YouTube avrebbe avviato incontri con i produttori di telecamere che supportano le riprese a 360 gradi
Per cercare di capire come supportare il caricamento e le dirette di video in VR, YouTube avrebbe avviato incontri con i produttori di telecamere che supportano le riprese a 360 gradi

YouTube sta lavorando per dare alla propria piattaforma le capacità di ospitare il live streaming di video immersivi.

A riferirlo sono diverse indiscrezioni che parlano di un incontro tra Google ed i produttori di videocamere che catturano video a 360 gradi incentrati sulla possibilità di offrire supporto alla trasmissione di live streaming immersivi sul Tubo.

Non sono disponibili ulteriori dettagli riguardo alle negoziazioni, tuttavia questa strategia sembra essere la naturale prosecuzione di una strada imboccata ormai da qualche mese: il supporto per la realtà virtuale su YouTube Google l’aveva già introdotto lo scorso novembre nell’ambito del progetto Cardboard; a gennaio , poi, aveva rilasciato il codice utilizzato per processare i video immersivi disponibili sul servizio per incoraggiare ancora di più all’utilizzo della tecnologia collegata alla realtà virtuale.

Per quanto riguarda lo streaming immersivo, al momento solo alcune videocamere che catturano video a 360 gradi offrono la possibilità di trasmettere in diretta le loro riprese.

Nella fase di upload, poi, finiscono per perdere qualità, ed è a questo problema che YouTube vorrebbe trovare una soluzione. Come quella, per esempio, adottata dalla GoPro Odyssey: il sistema di 16 fotocamere sviluppato da Google nell’ambito del suo programma JUMP è in grado di assemblare le diverse riprese al momento dell’upload per dare l’idea della visione a tutto tondo. Tuttavia ciò è possibile perché YouTube conosce le esatte specifiche delle telecamere ed i relativi piazzamenti di ogni sua lente.

YouTube, quindi, potrebbe cercare di apprendere le specifiche di tutti i settaggi delle fotocamere oppure sviluppare un software in grado di montare insieme le riprese senza esserne preventivamente a conoscenza. In alternativa, dovrebbe convincere i produttori ad adottare standard specifici di settore.

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Pubblicato il
3 feb 2016
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