IoT, una manna per gli spioni

IoT, una manna per gli spioni

Oltre che un rischio per la sicurezza, l'intelligence statunitense vede la diffusione dei gadget e dei dispositivi della Internet delle Cose come un'opportunità di spionaggio libero e distribuito. Ma vale anche per il nemico
Oltre che un rischio per la sicurezza, l'intelligence statunitense vede la diffusione dei gadget e dei dispositivi della Internet delle Cose come un'opportunità di spionaggio libero e distribuito. Ma vale anche per il nemico

Intervenendo davanti al Comitato per i Servizi Armati del Senato americano, il direttore dell’intelligence James Clapper ha parlato dei “rischi” e delle “opportunità” connesse alla diffusione dei dispositivi della Internet delle Cose (IoT). Una tecnologia piena di buchi, e quindi facilmente intercettabile non solo dai cybercriminali ma anche da parte di NSA e spioni sodali.

I gadget della IoT includono un gran numero di vulnerabilità e una opsec che nel migliore dei casi è problematica, ha osservato Clapper, caratteristica già piuttosto evidente di per sé e foriera di rischi per la privacy e l’integrità dei dati, o per la continuità dei servizi fondamentali.

Nel futuro, ammette Clapper, le agenzie di intelligence potranno sfruttare le vulnerabilità della IoT a loro vantaggio per pratiche di “identificazione, sorveglianza, monitoraggio, localizzazione, presa di mira o arruolamento, accesso alle reti o alle credenziali degli utenti.

Le insicurezze della IoT sono una manna dal cielo per l’intelligence, suggerisce in sostanza Clapper, una visione che rappresenta una conferma ai massimi livelli di quanto i ricercatori vanno dicendo sul cosiddetto fenomeno del going dark : il futuro dello spionaggio è roseo e le tecnologie crittografiche continueranno a riguardare una minoranza delle comunicazioni digitali anche negli anni a venire.

Anche il direttore dell’FBI ha ammesso , di fronte al Comitato per l’Intelligence del Senato USA, di non premere espressamente per l’implementazione delle backdoor nel codice quanto piuttosto per l’accesso ai dati da parte dei colossi di settore. Un’interpretazione piuttosto fantasiosa della tecnologia crittografica che lo accomuna al senatore John McCain e alle sue ultime sortite sul tema del going dark.

E mentre la Casa Bianca imbastisce un concilio federale per la privacy che EFF descrive come un contentino proposto da chi della privacy ha abusato in maniera reiterata, alla IoT in salsa cloud pensano anche i militari americani con il monitoraggio dello stato di salute dei singoli soldati e la gestione integrata delle comunicazioni. Prevedibilmente, le divisioni hacker di nuclei terroristi e combattenti ci andranno a nozze .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
11 feb 2016
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