Happy Birthday, 14 milioni di candeline

Happy Birthday, 14 milioni di candeline

Divulgato l'accordo con cui Warner/Chappel Music ha riconosciuto la canzone per le celebrazioni: dopo aver guadagnato dal brano 2 milioni di dollari l'anno, ne corrisponderà 14 milioni
Divulgato l'accordo con cui Warner/Chappel Music ha riconosciuto la canzone per le celebrazioni: dopo aver guadagnato dal brano 2 milioni di dollari l'anno, ne corrisponderà 14 milioni

Chiudere una volta per tutto la diatriba legale relativa alla protezione del diritto d’autore della canzone “Happy Birthday to you” costerà a Warner/Chappell – che ne deteneva fino a questo momento i diritti – 14 milioni di dollari .

L’accordo tra Warner/Chappell e l’accusa è stato raggiunto lo scorso dicembre ed è conseguente alla decisione del giudice distrettuale George H. King che ha dato il permesso a chiunque di aderire alla causa depositata da Good Morning to You Productions per richiedere alla casa discografica le royalty ad essa pagate a partire dal 1949.

La questione, d’altra parte, si trascinava da anni: la canzone, secondo la versione di Warner, sarebbe stata scritta nel 1893 da due maestre d’asilo, le sorelle Mildred e Patty Hill, diventando – dopo qualche passaggio editoriale – proprietà di Aol Time Warner/Warner Chappel Music e rimanendo dunque protetta dal diritto d’autore fino al 2030: dato ciò, Warner riteneva che chiunque avesse desiderato cantare in pubblico “Tanti auguri a te”, anche solo al ristorante, dovrebbe dovuto corrisponderle le relative royalty. In questo modo Warner/Chappell Music, ha continuato a guadagnare dalla canzoncina circa 2 milioni di dollari l’anno , anche se è dal 1946 che nessun parente delle autrici riceve un compenso.

Tuttavia ricerche accademiche e di singoli da anni stavano cercando di dimostrare che la canzone fosse già nel pubblico dominio, ovvero fuori dalla protezione del copyright che negli Stati Uniti è arrivato a durare 70 anni oltre la morte dell’autore: questo perché la canzone sarebbe anche antecedente alla composizione delle due maestre, autrici solo di una versione a fini didattici della stessa.

Queste ricerche sono state così convincenti da spingere prima i giudici ad accogliere il caso e ad indirizzarlo nel verso giusto, poi Warner a chiudere con un accordo stragiudiziale la vicenda: la casa discografica pagherà “ad un gruppo di migliaia di persone ed aziende” che hanno corrisposto licenze per utilizzare la canzone a partire dal 1949, una somma complessiva di 14 milioni di dollari, cui bisogna aggiungere 4,6 milioni di dollari di spese legali che saranno rimborsati all’accusa, un gruppo di artisti e film maker indipendenti.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
15 feb 2016
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