NVIDIA, GeForce da record

NVIDIA, GeForce da record

Il produttore di GPU più noto comunica risultati economici con numeri "record". Le schede video consumer godono di ottima salute, ma crescono tutti i settori in cui è impegnata l'azienda californiana
Il produttore di GPU più noto comunica risultati economici con numeri "record". Le schede video consumer godono di ottima salute, ma crescono tutti i settori in cui è impegnata l'azienda californiana

NVIDIA ha pubblicato i risultati per il quarto trimestre e l’anno fiscale 2016 nel suo complesso, e stando alla corporation californiana il business va talmente bene da aver raggiunto numeri “record”. Soprattutto per i ricavi, e soprattutto grazie alle GPU della famiglia GeForce.

Per NVIDIA il quarto trimestre dell’anno fiscale si è quindi chiuso con ricavi per 1,40 miliardi di dollari, più 12 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; i ricavi annuali complessivi ammontano invece a 5,01 miliardi di dollari, un aumento del 7 per cento anno-su-anno. Meno rosea la situazione con i profitti netti, che se nel trimestre crescono (+7 per cento a 207 milioni di dollari) nell’anno fiscale scendono del 3 per cento (614 milioni).

Nel complesso, la società americana tratteggia un quadro aziendale più che positivo , anzi record: a dispetto di quanti hanno da tempo date per morte le GPU vista la disponibilità di così tante CPU (Intel e AMD) con GPU integrata, il business delle schede discrete di NVIDIA è salito del 9 per cento (4,2 miliardi di dollari di fatturato) anno-su-anno.

La parte del leone del business della società la fanno sempre le GeForce per utenti consumer, con una solida crescita del 21 per cento anno-su-anno grazie anche alla commercializzazione dei recenti blockbuster videoludici del calibro di Call of Duty: Black Ops III e Star Wars: Battle Front .

Crescono anche le GPU professionali Quadro (più 7 per cento) e i SoC Tegra per gadget mobile (in crescita del 40 per cento), così come vengono giudicate soddisfacenti le prestazioni dei nuovi prodotti indirizzati alle auto robotiche, alla Internet delle Cose (IoT) e alle promesse evoluzioni dell’intelligenza artificiale tramite algoritmi di deep learning.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
18 feb 2016
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