Brevetti Apple e Samsung, ennesimo ribaltamento

Brevetti Apple e Samsung, ennesimo ribaltamento

La coreana riesce a ottenere la revisione a proprio vantaggio di una sentenza del 2014 da 120 milioni di dollari, incentrata sui brevetti che descrivono i sistemi quick link e slide-to-unlock e il correttore automatico
La coreana riesce a ottenere la revisione a proprio vantaggio di una sentenza del 2014 da 120 milioni di dollari, incentrata sui brevetti che descrivono i sistemi quick link e slide-to-unlock e il correttore automatico

Samsung ha ottenuto il ribaltamento della sentenza che la vedeva condannata per la violazione di alcuni brevetti Apple relativi in particolare alla funzione di quick link, ovvero quella che permette ad un dispositivo di riconoscere i dati su un touch screen ed evidenziare – per esempio – quelli per effettuare una chiamata.

Si tratta dell’ennesima propaggine dell’ annoso e complesso contenzioso brevettuale tra Samsung ed Apple, che sembrava essere destinato ad andare verso la naturale conclusione: a gennaio, da ultimo, Apple aveva ottenuto il bando di alcuni dispositivi della coreana, che non era stata particolarmente colpita dalla sentenza dal momento che riguardava device vecchi ormai quattro anni, mentre nei mesi precedenti le due si erano date battaglia sul calcolo dei danni dovuti da Samsung per le violazioni rilevate dalla giustizia a stelle e strisce e destinati ad una sostanziale riduzione.
Insomma, tutto sembrava indicare che si fosse giunti alle ultime schermaglie di uno scontro legale andato oltre alla vita delle tecnologie coinvolte e dei prodotti interessati.

La nuova sentenza, emessa da un panel di tre giudici della Corte di Appello Federale di Washington, ha tuttavia dato nuova linfa alla battaglia, facendo registrare l’ennesimo ribaltone, stavolta relativo alla decisione del maggio del 2014 con cui i giudici avevano rilevato la violazione da parte dei dispositivi coreani di tre brevetti con la Mela: uno relativo ai quick link, uno allo slide-to-unlock ed un altro al correttore automatico delle parole digitate nei messaggi.

Nonostante nella sostanza si trattasse di una sentenza favorevole a Cupertino, questa aveva deciso di ricorrere in appello in quanto il giudice della Corte distrettuale Lucy Koh non aveva accolto la sua richiesta di bando dei dispositivi trovati in violazione, ma aveva invece ritenuto sufficiente il pagamento dei danni da parte di Samsung ad Apple.

Ora la Corte d’appello afferma che non vi è violazione da parte delle coreana sul primo brevetto, mentre sugli altri due arriva addirittura a dire che non sarebbero mai dovuti essere stati concessi a Cupertino.

Mentre Apple non ha ancora commentato, Samsung si è detta entusiasta di una “vittoria che riconosce la possibilità di scelta dei consumatori e restituisce alla competizione il ruolo che le compete”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 29 feb 2016
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