Canone RAI, se si sbaglia chi paga?

Canone RAI, se si sbaglia chi paga?

I fornitori di energia elettrica non vorrebbero sobbarcarsi anche gli oneri di eventuali rimborsi in caso di versamento per errore. Ma la normativa a riguardo al momento è vaga
I fornitori di energia elettrica non vorrebbero sobbarcarsi anche gli oneri di eventuali rimborsi in caso di versamento per errore. Ma la normativa a riguardo al momento è vaga

Manca ancora chiarezza sul prossimo esordio in bolletta del Canone RAI: sembra che il processo di richiesta di eventuali rimborsi sia destinato ad essere un labirinto burocratico quasi inestricabile .

A parlare in particolare di “iter di rimborso piuttosto complesso”, nei casi in cui un contribuente che, pur non avendo il televisore o pur essendo esente dal pagamento del canone per esempio perché over 75, lo paghi per errore con la bolletta della corrente elettrica, è il sito di consulenza legale laleggepertutti.it che spiega che non è specificato se il rimborso deve essere emesso dallo Stato, dal gestore della società elettrica o da un altro soggetto.

“Il contribuente che ha pagato il canone Rai per errore – dice laleggepertutti.it spiegando l’articolo 6 del decreto attuativo della Legge di stabilità – indirizza la richiesta di rimborso all’Agenzia delle Entrate che ne accerta la fondatezza e gira la pratica all’Acquirente Unico (società pubblica che garantisce le forniture elettriche alle famiglie). L’Acquirente Unico informerà a sua volta la società elettrica della necessità di rimborsare attraverso una banca dati comune (che si chiama SII). La società elettrica restituirà il canone indebitamente versato dal contribuente inserendolo in fattura”.

Tuttavia le società elettriche non sembrano intenzionate a farsi carico di questo onere ulteriore: le pratiche di rimborso comporterebbero infatti un ampliamento di strutture, di personale e, inevitabilmente, di costi.

D’altra parte già nelle scorse settimane i rappresentanti di categoria avevano puntato i piedi contro i prevedibili aumenti di oneri nei loro confronti. Come spiegava il presidente di Assoelettrica “le imprese devono predisporre i necessari sistemi informatici per emettere le nuove fatture modificate, bisogna incrociare le banche dati, occorre chiarire una lunga serie di problemi che ancora non sono stati sciolti, dalla questione dei ritardati pagamenti, alla morosità, dall’eventualità di un cambio di fornitore ai pagamenti parziali, dai reclami ai contratti non residenti”.
Per tali ragioni Assolettrica afferma di aver predisposto, insieme a Utilitalia, un dettagliato documento in cui sono elencati tutti i problemi che ritengono ancora aperti: ciò nonostante, dice Assoelettrica, “il ministero per lo Sviluppo economico ancora non ci ha dato risposta”.

Le istituzioni, d’altra parte, sembrano volere che a sobbarcarsi l’onere del rimborso dell’imposta erroneamente versata sia il gestore elettrico, ricevendo un compenso ancora non specificato per il servizio, come non specificato è se le eventuali spese saranno addebitate sulla bolletta o magari scalate dal rimborso dovuto.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 11 mar 2016
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